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I sindacati hanno proclamato lo stato di agitazione per il personale degli asili per protestare contro la decisione dei vertici dei servizi educativi di mettere in “ferie forzate” molti dipendenti.

Con la chiusura di nidi e materne, infatti, allo scattare della zona rossa, c’è chi si è organizzato con la didattica a distanza e chi, invece, si è limitato a mandare in ferie il personale.

Un’imposizione, questa, che non è piaciuta ai sindacati confederali che vorrebbero invece “la continuazione dei legami educativi con i bambini e le famiglie con contatti a distanza, incontri formativi in video conferenza, incontri inter-collettivi di coordinamento pedagogico e di programmazione su progetti educativi, sempre in video conferenza, un riordino delle aule e dei lavori svolti dai bimbi sino ad oggi”.

Per Cgil, Cisl e Uil, dunque, i lavoratori del settore potrebbero lavorare anche in zona rossa, sia pure con altre modalità. 

Nell’area del Rubicone, invece, il responsabile dei servizi educativi e sociali dell’Unione dei Comuni ha “imposto in modo unilaterale delle ferie a decorrere dal 22 marzo. Si tratta dell’unico caso nei servizi dei nidi d’Infanzia in Romagna, una determina mai comunicata alle organizzazioni sindacali e ai lavoratori delle scuole” informano i sindacalisti in un comunicato congiunto.

 
 
 
 

Per questo Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl hanno proclamato lo stato di agitazione del personale degli asili dell’Unione Rubicone-Mare e dei Comuni di Borghi, Cesenatico, Longiano e Gambettola proclamando lo stato di agitazione del personale. Lunedì scorso si è tenuta, in videoconferenza, una conciliazione davanti alla Prefettura di Forlì-Cesena.

“La mediazione ha avuto esito positivo con i Comuni di Borghi, Cesenatico, Longiano e Sogliano, che hanno confermato la continuità lavorativa per il proprio personale scolastico nelle prossime settimane di zona rossa, mentre si è conclusa negativamente per l’Unione Rubicone e Mare e Gambettola, che hanno confermato a testa bassa la propria posizione in piena solitudine, confermando le imposizioni unilaterali al personale” denunciano i sindacati della triplice.

Per questo i sindacati daranno corso “alla mobilitazione per difendere i diritti e la continuità dei servizi educativi pubblici anche per quanto riguarda il rapporto numerico con l’utenza, come quello in questione che non può e non deve essere un mero risparmio economico a danno della disponibilità, della dignità del personale e della stessa sicurezza del servizio”.

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