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“Fino a quando l’Emilia-Romagna resterà in zona rossa? Non lo decido io, ma i parametri e il Dpcm del governo”. Se Stefano Bonaccini va sul generico e decide prudenzialmente di non condividere neppure una vaga speranza (cosa che aveva fatto, invece, nel passato) significa che – in tema di riaperture – un orizzonte temporale ancora non c’è.

Sollecitato da più parti, ieri il Governatore si è limitato a rispondere che “in Emilia Romagna la situazione era molto pesante, oggi lo è un pochino meno, seppure abbiamo ancora tanti ricoverati sia nelle terapie intensive che nei reparti Covid. Sta diminuendo la curva dei contagi in percentuale, paragonata alla settimana precedente, ma siamo ancora nel pieno della pandemia”. Insomma, anche se non è semplice fare proiezioni, non sarà facile scalare in zona arancione prima della fine di aprile: “Bisogna ancora reggere in maniera robusta per fare in modo che si sconfigga questa terza ondata – ha aggiunto ieri Bonaccini – e, insieme, dobbiamo vaccinare sempre più persone”.

 
 
 
 

Se ha accolto con favore la decisione di Draghi di riaprire le scuole fino alla prima media dopo Pasqua anche in zona rossa (“Decisione giusta, i bambini hanno pagato tanto”), il presidente della Regione resta cauto sulla ripartenza delle attività economiche: “Sto con Draghi su questo, fa bene a usare prudenza — ha detto — sono pronto ad aprire dove si potrà verificare una consistente diminuzione di contagi”. Che, però, all’orizzonte ancora non si vede…

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