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“L’evolversi dello scenario epidemiologico nel nostro paese, la maggiore diffusibilità delle varianti del virus Sars-cov-2, insieme alle ultime indicazioni dell’Iss, ci hanno portato a rivedere il protocollo di sicurezza del nostro ateneo”. Nei giorni scorsi il prorettore vicario dell’Università di Bologna Mirko Degli Esposti ha inviato a dirigenti e direttori dell’ateneo il protocollo aggiornato con le nuove disposizioni dell’Istituto superiore di sanità.

La novità sostanziale è che un metro di distanza non basta più, meglio due. E così l’università bolognese è stata costretta a cambiare i suoi protocolli, rimodulando la capienza di aule studio, laboratori e biblioteche, ma anche degli uffici amministrativi.

In particolare, nell’ultimo rapporto, l’Iss, “pur indicando la distanza di un metro come la distanza minima da adottare, ritiene opportuno aumentare, laddove è possibile, il distanziamento fino a due metri”.

 
 
 
 

Per questo, afferma Degli Esposti, “abbiamo ritenuto opportuno inserire nel protocollo tale indicazione, soprattutto considerando che, nell’attuale situazione epidemiologica che colloca la nostra regione in zona rossa, è necessaria un’applicazione più rigorosa delle misure di prevenzione per ridurre la diffusione dell’infezione e alleviare la pressione sui sistemi sanitari”. Di conseguenza, ora è necessario prevedere una distanza di almeno due metri prima di tutto tra le postazioni di lavoro negli uffici.

Quanto agli esami universitari, continueranno a svolgersi soltanto da remoto, sia per gli scritti sia per gli orali, “a meno che non sussistano particolari esigenze (attrezzature specifiche) per cui è consentita la conduzione in presenza”.

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