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In tempi di pandemia le priorità, forse, sono altre, ma la telenovela delle concessioni balneari – sempre rimandata in questi anni – rischia di creare un vero e proprio collasso amministrativo e giudiziario. Tanto che per chiedere “chiarezza”, ieri il sindaco di Rimini e delegato Anci al turismo Andrea Gnassi ha invitato, in una nota, i ministri Garavaglia e Gelmini a convocare un tavolo: “I Comuni alle prese con le concessioni balneari in scadenza – scrive Gnassi – chiedono al governo un intervento chiarificatore sul tema delle proroghe automatiche. Anche davanti a pronunce giudiziarie di segno diverso”.

Al centro del contendere, come noto, l’applicazione dell’articolo 1, comma 683 della legge 145/2018 (confermato nel decreto rilancio) che estende le concessioni demaniali adottate prima del 31 dicembre 2009 sino al 2033. Un tema oggetto di due lettere indirizzate dall’Anci ad altrettanti esponenti del governo: il ministro al turismo Massimo Garavaglia e la ministra agli affari regionali Maria Stella Gelmini, affinché istituisca un tavolo urgente in sede di conferenza unificata: “La vicenda delle concessioni balneari è diventata una sorta di rompicapo – afferma il sindaco di Rimini- .Da un lato il Consiglio di Stato che nella sentenza 7258/2019 riconosce ai Comuni la possibilità di applicare le proroghe automatiche delle concessioni balneari; salvo poi “autosmentirsi” con la sentenza 7874/2019 che bolla tali proroghe come illegittime. Dall’altro i vari Tar: quello di Lecce (sentenza 1321/2020) secondo cui la disapplicazione della legge non può essere attribuita “in via automatica e addirittura vincolata al dirigente comunale“, e quello di Salerno (sentenza 265/2021) per cui invece le proroghe “vanno disapplicate”. Una linea, questa, sposata in pieno dalla Cassazione penale. Ancora poi vi sono orientamenti e atti di procure, come quella di Genova, e, se non bastasse, quelli dell’Autorità garante della concorrenza. Un quadro di interpretazioni diverse e a volte configgenti, in cui è difficile per le amministrazioni locali districarsi».

 
 
 
 

Di qui la richiesta di un intervento del governo che faccia chiarezza: «L’Anci – continua Gnassi – pochi giorni fa ha chiesto al governo di affrontare una volta per tutte una situazione diventata ingestibile per i Comuni e che rischia di compromettere migliaia di imprese, oltretutto in una fase drammatica del Paese. Il turismo italiano è stato colpito al cuore dall’emergenza sanitaria. Oggi, anche sul tema della Bolkestein, si devono costruire le condizioni affinché la stagione estiva possa svolgersi almeno attraverso provvedimenti ponte per i prossimi mesi, per poi affrontare definitivamente la questione a fine stagione balneare. Affidiamo al ministro Garavaglia, che sta tenendo con Regioni e Comuni un rapporto periodico e un confronto di merito, la richiesta di individuare una strategia chiara per dare finalmente certezze ai territori e alle imprese”.

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valentino menghi
 
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