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E’ un ruolo che, nelle varie fasi dell’emergenza pandemica, gli ha dato grandi responsabilità, ma anche tanta notorietà. Oggi, però, il governatore Stefano Bonaccini lascerà – in maniera inattesa – la presidenza della Conferenza Stato-Regioni. L’organismo di coordinamento delle regioni italiane eleggerà infatti un nuovo presidente. Ad annunciarlo, nella tarda serata di giovedì, è stato lo stesso governatore dell’Emilia-Romagna con un lungo post sulla sua pagina Facebook nel quale ha spiegato la necessità di garantire alla Conferenza una leadership che sia “maggiormente in sintonia con l’orientamento politico della maggioranza” delle amministrazioni attualmente in carica.

“Ho avuto l’onore e il privilegio di guidare la Conferenza dalla fine del 2015 – scrive Bonaccini – collaborando con tutti i colleghi presidenti (a prescindere dal colore politico) e con cinque governi che si sono succeduti in questi anni (anche in questo caso di colore politico molto diverso). Avevo ribadito a più riprese, da un anno a questa parte, la mia disponibilità a questo avvicendamento, posto che da tempo la stragrande maggioranza delle Regioni è a guida centrodestra (e se ho potuto guidare in modo unitario la Conferenza, anche in queste condizioni, lo debbo anzitutto a loro, che mi hanno sostenuto e permesso di trovare sempre una sintesi)”.

 
 
 
 

“Avevo chiesto – ha aggiunto ancora Bonaccini – che questo cambio si producesse però con un accordo unitario, per non aprire nell’emergenza una divisione tra noi e un indebolimento nel confronto col Governo nel momento in cui siamo chiamati a contrastare la pandemia e i suoi effetti drammatici sulla vita dei cittadini. Mi pare che questa sera si siano raggiunte queste condizioni e che nella giornata di domani (oggi, ndr) si potrà procedere, quindi in tempi rapidissimi e in modo davvero unitario come avevo auspicato. Quando guidi un’associazione per tanto tempo, soprattutto attraversando momenti molto difficili, hai il dovere di preservare l’integrità e al tempo stesso di favorirne l’evoluzione. Per parte mia penso che gli incarichi si ricoprano protempore e nell’interesse anche di chi la pensa diversamente da te. Spero di averlo dimostrato in questi anni e spero di poterlo dimostrare ora sostenendo lealmente chi prenderà il mio posto”.

Insomma toni felpati che non cambiano, però, la sostanza dell’avvicendamento: Bonaccini – dopo quasi sei anni – lascia l’incarico per la scarsa sintonia con il Governo Draghi col quale, in questi mesi, seppur in maniera molto elegante, aveva battibeccato in diverse occasioni.

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valentino menghi
 
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