A poco più di mese dalla fine dell’anno scolastico – pur avendo avuto un bel po’ di tempo per pensarci su – si parla ancora di riorganizzazione del rientro in classe.
Perché un piano preciso ancora non esiste e, se la logistica all’interno delle classi non preoccupa più di tanto (banchi distanziati e finestre sempre aperte), a togliere il sonno alle istituzioni sanitarie sono quei mezzi di trasporto ancora insufficienti che avrebbero dovuto essere implementati e che invece – abbiamo capito in questi giorni – sono grosso modo gli stessi di settembre. Perché mancano i mezzi e, soprattutto, mancano gli autisti che, per svolgere il servizio scolastico, necessitano di autorizzazioni supplementari. E così, a pochi giorni dal “back to school”, con quasi 200 classi in quarantena nelle tre province romagnole, si naviga ancora a vista tanto che, nella giornata di ieri, il Governatore Bonaccini ha dichiarato quanto segue: “Io credo servirebbe un po’ di differenziazione degli orari da parte delle scuole, in particolare superiori”.
Se si scaglionassero di “qualche ora alcuni ingressi di lezione“, spiega Bonaccini, si aiuterebbero “anche le amministrazioni locali e le aziende di trasporto pubblico“.
“Noi abbiamo impegnato e prenotato mezzi privati, tanti – dice Bonaccini – ma se rimane al 50% la capienza sui bus tu devi raddoppiare il numero di mezzi“, ma – primo punto – “c’è da trovare mezzi” e in Emilia-Romagna “la gran parte li abbiamo trovati”.
Secondo: “hai però un problema che è legato al numero di persone che arrivano”. Di qui la necessità per il presidente emiliano di scaglionare gli orari. “Da un lato abbiamo i nostri studenti che da troppo tempo sono in Dad – aggiunge – ma bisogna evitare gli assembramenti, per quello servono mascherine e comportamenti adeguati. Noi cercheremo di fare al meglio, non è facile perché credo che non ci siano esempi in giro che abbiano già risolto”. Insomma, alla fine dell’anno scolastico, siamo ancora alle proposte.
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