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Anche se sulla vicenda in Romagna permane uno strano silenzio, più della pandemia è l’estensione delle concessioni balneari la principale preoccupazione dei nostri stabilimenti balneari. Nei giorni scorsi, durante la sua visita informale a Cesenatico, qualcuno ha provato ad incalzare il ministro del turismo Massimo Garavaglia, chiedendo chiarimenti sulle strategie che il governo intende intraprendere per far applicare l’estensione delle concessioni balneari fino al 2033 (prevista dalla legge italiana 145/2018 ma non ancora concretizzata da molti Comuni costieri). Di fronte a domande legittime, però, il ministro ha preferito glissare.

E lo stesso ha fatto ieri in Commissione Attività produttive alla Camera quando – sollecitato dal deputato di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi nel corso di un’interrogazione a risposta immediata – si è limitato ad affermare che l’obiettivo del governo sarebbe quello di “garantire la prossima stagione estiva” e di “chiudere la procedura di infrazione europea”.

 
 
 
 

Nonostante la replica vaga del Ministro, la situazione per il mondo delle imprese balneari resta complicata: molti Comuni infatti non hanno ancora esteso le concessioni al 2033, lasciando centinaia di imprese con un titolo scaduto il 31 dicembre 2020. Ma soprattutto, la legge 145/2018 è stata oggetto negli ultimi mesi di una serie di attacchi da parte dell’Antitrust, che ha diffidato alcune amministrazioni comunali ad applicare la norma italiana e ad attenersi alle indicazioni imposte dall’Europa.

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