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C’è da scommetterci: sarà un tema “caldo” della prossima campagna elettorale e lo scontro tra destra e sinistra sarà acceso e non sempre comprensibile a tutti, visto il tema un po’ complesso. Stiamo parlando dell’IMU sulle piattaforme. Così il dibattito si riaccende con la notizia di questi giorni quando la Commissione Tributaria Regionale ha depositato, nella giornata di lunedì 19 aprile 2021, le motivazioni della sentenza emessa venerdì 16 aprile 2021 che danno ragione al Comune di Cesenatico relativamente a 3.800.373,00 di euro in merito all’IMU sulle piattaforme di estrazione marittima in relazione alle annualità 2014 e 2015.

E così come un orologio svizzero arriva da parte dell’ex sindaco Roberto Buda – probabile candidato per il centro destra alle prossime elezioni amministrative – un commento per ricordare quello che la sua amministrazione ha messo in campo: “una grande opportunità per Cesenatico” per la riscossione – appunto – dell’IMU sulle piattaforme di estrazione marittima.

Così se da una parte l’ex sindaco Buda sottolinea “la lungimiranza dell’ex consigliere comunale di maggioranza Fabio Bandieri che, durante la mia amministrazione è riuscito prima a convincere me e poi gli uffici della grande opportunità che Cesenatico aveva”, dall’altra l’attuale sindaco Matteo Gozzoli spiega: “In quel periodo erano organizzati incontri specifici con tutti i Comuni interessati per presentare un eventuale ricorso a ENI. L’ex consigliere Bandieri era stato delegato dal Comune di Cesenatico a partecipare a questi incontri, nei quali erano presenti Comuni di tutta Italia”.

Un altro punto importante in questa vicenda è stata la scelta l’ex Giunta Buda di avere inserito nel bilancio di previsione 2016-2018 l’IMU sulle piattaforme per un totale di 3,5 milioni, distribuiti nei tre anni. Ma la certezza di incassarli non era concreta perchè – si sa – i tempi burocratici possono anche essere biblici. Da questa scelta (sicuramente anche sostenuta da questioni politiche) la Giunta Buda perse parte della sua maggioranza, infatti Lega Nord e Forza Italia (e l’intera minoranza) non votarono quel bilancio di previsione e il Comune di Cesenatico venne commissariato.

“Nessuno mette in dubbio che la ex Giunta Buda fece bene a chiedere l’IMU sulle piattaforme, ma quei soldi non dovevano essere inseriti nel bilancio, da qui il nostro voto contrario in consiglio comunale – commenta il sindaco Gozzoli – Buda oggi ci accusa proprio di non avere votato quel bilancio, ma (piattaforme a parte) se l’opposizione vota un bilancio, che è la somma di tutte le scelte di un’amministrazione, significa che accoglie e sostiene tutto il lavoro fatto da quella Giunta. Infatti le attuali opposizioni in consiglio comunale (compreso il consigliere Roberto Buda) non hanno mai votato i nostri bilanci e neppure quello con le quote di previsione ENI”.

 
 
 
 

Ma passiamo ai numeri. Nel bilancio di previsione 2016-2018 la ex Giunta Buda mise a bilancio 3,5 milioni di euro dell’IMU sulle piattaforme, suddivisi in tre anni. Il problema fu proprio che la parte destinata al 2016, entro il 31.12.2016 non furono incassati, ma in parte spesi dall’ex Giunta per le spese di ordinaria amministrazione. Infatti le prime risorse dell’IMU sulle piattaforme vennero incassate da Cesenatico solo nel 2017.

Così a luglio 2016 – a poche settimane dall’insediamento della Giunta Gozzoli – fu necessaria una variazione di bilancio. “Quelle risorse previste e messe a bilancio non c’erano – spiega il sindaco Gozzoli – Furono bloccate tutte le spese e dal bilancio mancavano 4 milioni di euro, in parte dell’IMU sulle piattaforme, in parte per 1,5 milioni di euro di disavanzo del 2015”. A questo poi si aggiunsero altri 1,5 milioni di euro di crediti inesigibili derivati dalle multe agli abusivi.

Nonostante i numeri, il problema è semplice e vale sia per l’IMU sulle piattaforme che per le multe staccate agli abusivi. Nel momento in cui devono entrare risorse di dubbia “esigibilità” (riscossione), il rischio di inserirli in bilancio è proprio quello di non incassarli (per le multe agli abusivi perchè ne entreranno una minima parte, per l’IMU sulle piattaforme per le lungaggini date dai ricorsi) e spendere quindi risorse non ancora a disposizione dell’Ente.

Per l’IMU sulle piattaforme, inoltre, va fatta una specifica. Le risorse entrano nelle casse del Comune, ma fino a quando non scadano i termini della presentazione di eventuali ricorsi (in questo caso di ENI), si tratta di soldi che necessariamente devono essere “accantonati” e quindi non spesi, disponibili insomma nel caso in cui il ricorrente pretenda l’eventuale e legittima richiesta.

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Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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