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La primavera sfreccia ridente (più o meno) verso l’estate. Le attività escono dal torpore invernale per proiettarsi verso una nuova stagione. Nuova in tutti i sensi. La necessità ha portato allo sviluppo di uno stile di vita che permetta la convivenza con un virus. Meglio, che permetta di evitarlo. Si sa: Cesenatico, che respira sole, sale e sabbia, capta pressioni fortissime sul settore balneare e, di conseguenza, sul turismo. La formula sembra sempre la stessa: bagnini, proprietari degli stabilimenti e lupi di mare cominciano i preparativi per aprire le danze. Ottimismo e voglia di ripartire. Ma, quest’anno più che mai, giunge una nota stonata nel bel mezzo della sinfonia. La realtà di un mondo che prova a rialzarsi poggia su un piano traballante di incerte certezze. Si va alla ricerca di un sistema coeso (tra gli elementi del turismo) che sembra non esserci. Purtroppo, contrariamente a quanto affermano le pubblicità e i cartelloni sorridenti, il “Paese delle meraviglie” sembra confinato solo nei libri.

Cosa significa riaprire uno stabilimento balneare al tempo del Covid? Paure? Dubbi? Previsioni sulla stagione 2021? Quali adattamenti ha richiesto la situazione in cui ci troviamo? Lo abbiamo chiesto – a loro – i proprietari degli stabilimenti balneari di Cesenatico.

“La partenza di una stagione balneare è un momento di ottimismo e positività. Coincide con la primavera, il tempo dei risvegli. Adesso più che mai dato che veniamo da un letargo molto lungo. Chiaramente non possono mancare curiosità e paura. Andiamo incontro ad un periodo di cambiamenti e incertezze. È una combinazione di dubbi ed entusiasmo. Le incognite sono parecchie per un settore come il nostro: le attività che lavorano con il turismo locale sono già partite. Noi dipendiamo prevalentemente da quello internazionale. Non sappiamo quando e come saranno consentiti gli spostamenti tra i Paesi. Quest’anno apriremo con calma. Dobbiamo seguire i ritmi degli alberghi. A livello organizzativo ci siamo dovuti adattare, come tutti, a una nuova realtà che costituisce una vera sfida per le piccole imprese. A parte questo, le carte che giochiamo sono sempre le stesse: ospitalità, accoglienza e cura del servizio. E vedremo cosa viene fuori”, ha spiegato Simone Gasperini del Bagno Paradiso 25.

 
 
 
 

“Riaprire significa avere l’opportunità di dare a tutti uno spazio dove rilassarsi dopo un anno di chiusura. Cerchiamo di adottare tutte le precauzioni possibili per fare in modo che i clienti si sentano sicuri. È tanto importante quanto oneroso. Penso che il mese in cui si lavorerà di più sarà agosto. Purtroppo, in Italia, fanno tutti le ferie ad agosto. Chissà perché. Ovvio è che qualcuno rimarrà scontento: i posti, per osservare il protocollo, sono diminuiti. Già nel 2020 qualcuno è rimasto senza posto. E poi si è diffusa la notizia che a Villamarina la gente viene mandata via dai bagni. Ma a noi hanno tolto la spiaggia. Mentre agli albergatori hanno lasciato tutte le camere. Perché gli albergatori non hanno tolto nulla? È una cosa che non combacia. L’anno precedente sono mancati anche i tedeschi. E penso che si riproporranno le stesse dinamiche. A questo si aggiunge il problema dell’impoverimento generale. Ci sono meno soldi e molti si trovano in difficoltà. Nonostante tutto non abbiamo paura. Ci siamo già passati. Di certo confidiamo nella voglia di evadere”, spiegano Margherita Ferrari e Marilena Gasperini del Bagno Internazionale 44.

“Ci troviamo in un anno particolare così come quello precedente. Allora eravamo partiti molto più indecisi: lavoreremo? Non lavoreremo? Per fortuna siamo riusciti a salvare la stagione. Almeno un po’. La nostra zona lavora con gli alberghi e ora stiamo vedendo una voglia sempre maggiore, da parte della gente, di uscire. Abbiamo perso alcuni ombrelloni, ma questo serve a rispettare le regole abbastanza rigidamente e garantire la sicurezza”, continua Andrea Manzelli del Bagno Italia 40.

Partiamo con la piena convinzione di andare verso il meglio. La priorità è la sicurezza della clientela perché senza salute non c’è lavoro e viceversa. Abbiamo aperto, l’anno scorso, in una situazione molto più drammatica di questa. Sono  fiducioso che sarà un’estate buona. Abbiamo già ricevuto segnali positivi attraverso le prenotazioni: sia dall’Italia che dai nostri clienti storici tedeschi, francesi e austriaci. Le persone sono stanche di vivere in città. Dal canto nostro lavoriamo in una condizione ottimale: se facciamo il nostro dovere e se rispettiamo il protocollo, usciremo prima e meglio. Ci siamo adattati spostando la passerella e togliendo cinquanta ombrelloni. Ma va bene così. Siamo in grado di affrontare il problema perché abbiamo alle spalle un’esperienza che, a parte tutto, ci ha insegnato qualcosa. Non credo che serva coraggio. Piuttosto serenità e consapevolezza”, interviene Roberto Zanuccoli del Bagno Roberto 43.

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One Comment

  • John ha detto:

    Solite lamentele inutili e finti piagnistei. Il 2020 è stato anno d’oro, e lo sarà anche il 2021. Un minimo di vergogna no?

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