La seconda dose dei vaccini in spiaggia? L’ipotesi registra la disponibilità dei gestori degli stabilimenti balneari, anche se permangono nella categoria qualche riserva: “Noi saremmo anche disponibili, ma bisogna evitare di trasformare gli stabilimenti balneari in luoghi di cura – ha spiegato ieri all’agenzia stampa Adnkronos Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente alla Fipe-Confcommercio -. Vogliamo preservare la nostra caratteristica di luogo di svago e serenità. Siamo disponibili a mettere a disposizione gli stabilimenti balneari e, qualora si ritenesse opportuno, saremmo anche felici di farlo, ovviamente con il personale fornito dalle Asl. Il nostro impegno però è quello di iniettare serenità più che vaccini”.
Intanto la stagione balneare è ripartita e i primi segnali positivi si sono visti lo scorso weekend, maltempo a parte: “Si riparte con l’entusiasmo di tornare a lavorare da parte degli operatori e una generalizzata sensazione di voglia di mare degli italiani – prosegue Capacchione – molte famiglie sono venute a trovarci sia per fare gli abbonamenti che per respirare l’aria di mare: c’è stata una buona affluenza a livello nazionale e molte persone si sono fermate a mangiare nei ristoranti, anche se la riapertura è stata condizionata dalla situazione meteo. Sono stati ovviamente italiani i primi ad arrivare, mentre le presenze straniere sono ancora pochissime”.
Ad oggi gli stabilimenti balneari sono pronti al 30-35% ed entro fine maggio saranno tutti aperti: “L’anno scorso – conclude Capacchione – i balneari hanno registrato una riduzione del 30-35% del fatturato. Rispetto al 2019 abbiamo perso tutta la primavera e le vacanze di Pasqua. Siamo ben al di sotto di due anni fa, però i segnali sono estremamente positivi. Riaprire il 15 maggio dà un segnale anche al mercato internazionale, soprattutto di lingua tedesca”.