Il primo capitolo di una storia che racconta la cultura e la tradizione di un’intera località.
Perché Cesenatico è così. Capitale dell’energia estiva e della vita della Riviera. Una cittadina in continua corsa verso la modernità che riesce a porsi come centro di iniziative e manifestazioni rilevanti anche a livello internazionale. Eppure non basta. Esiste un mondo, un ecosistema che si snoda al suo interno, in cui il tempo sembra essere una semplice opzione. A voler esser chiari si potrebbe affermare che il tempo pare essersi fermato sulla soglia e non abbia nessuna intenzione di entrare.
Sì, parliamo di mare. Anzi, è il mare che parla.
Settembre si apre e dà il via alla stagione della pesca. Ecco che lupi di mare e giovani apprendisti lasciano il Porto e si allontanano verso i flutti. Gettano le reti nel blu e i fili intrecciati si mischiano col bianco della schiuma. L’odore, pungente e avvolgente, che emana il pesce una volta sollevato dalle onde. Canocchie, triglie, spigole, sogliole. Ed è solo l’inizio dell’immensa varietà che si nasconde nelle acque dell’Adriatico. Un canto corale che viene intonato per accompagnare il viaggio di ritorno. L’ancora che risale. Il faro che si fa sempre più nitido all’orizzonte. Lo scroscio prorompente che si avverte quando i cavalloni collidono liricamente con gli scogli. Le stelle che si accendono e provano, a modo loro, ad illustrare la strada. L’ingresso (trionfale, perché no?) del peschereccio oltre le Porte Vinciane.
Potrebbe sembrare il passo di un romanzo. L’incipit di una bella storia ambientata nell’antichità. Eppure è semplicemente la narrazione di una condizione più attuale che mai. Ecco la magia di Cesenatico: saper combinare il culmine dell’energia con una profonda tradizione che trova le sue radici nei racconti degli anziani. Ma non si limita a costituire il cardine di un patrimonio culturale dal valore inestimabile. È qualcosa che si riesce a tramandare per generazioni e, ancora oggi, conserva lo stesso splendore. E resta in continuo movimento. Un po’ come il mare, in fin dei conti.