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Ecco come cambia la popolazione a Forlì Cesena secondo l’Istat.

Al 31 dicembre 2020 la popolazione residente totale è pari a 393.556 persone, in calo rispetto l’anno precedente dello 0,4%, (-0,4% Emilia-Romagna, -0,6% Italia), mentre la variazione di medio periodo (2015-2020) ricostruita per il Censimento è pari al -0,4 per mille.

La dinamica del 2020 mostra un saldo naturale (differenza tra nati e deceduti) negativo di 2.402 unità, conseguente a un indice di natalità (6,4 nati vivi ogni 1.000 residenti) inferiore a quello di mortalità (12,5). Considerando la media dei decessi nel quinquennio 2015-2019, emerge un eccesso di mortalità per la provincia di Forlì-Cesena di 585 persone, un incremento dei decessi (per qualunque causa N.d.R.) del 13,5% rispetto a un valore atteso di medio periodo (Emilia-Romagna +18,3%, Italia +17,3%). L’eccesso di mortalità è stato superiore negli uomini rispetto alle donne (+17,6% contro +9,7%). In termini relativi, l’indice di mortalità del 2020 si discosta dalla media 2015-2019 di 1,5 punti (12,5 contro 11,0); in Emilia-Romagna lo scostamento è pari a 2,1, in Italia 2,0.

Nel 2020 si riscontra, quindi, un incremento di mortalità, mentre si registra una contrazione delle nascite del 12,7% rispetto alla media 2015-2019 (-10,7% Emilia-Romagna, -11,3% Italia), peraltro con un trend della natalità costantemente in calo negli ultimi anni. La speranza di vita alla nascita, che risente di eventuali variazioni anomale nella mortalità in un determinato periodo, per il complesso della popolazione, nel periodo in esame è diminuita di circa 10 mesi (da 83,8 anni del 2019 a 83,0 anni nel 2020).

Il saldo migratorio (differenza tra immigrati ed emigrati, comprensivo dei movimenti di cittadini italiani e stranieri, da altri Comuni e dall’estero N.d.R.) nel 2020 risulta positivo (+2.085 persone) ma non tale da recuperare il deficit naturale. Il tasso migratorio netto (saldo migratorio per 1.000 abitanti) è pari a 5,3 immigrati netti.

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Al 31/12/2020 gli stranieri residenti nel territorio di Forlì-Cesena risultano 43.468 (+0,7% nei 12 mesi), pari all’11,0% della popolazione totale, incidenza inferiore a quella regionale (12,2%), ma superiore al dato nazionale (8,5%). Nel corso del 2020 si sono verificate 3.987 iscrizioni all’Anagrafe (per nascita, trasferimento da altri Comuni e dall’estero) e 2.622 cancellazioni (di cui 593 per acquisizione della cittadinanza italiana). Il saldo migratorio effettivo degli stranieri residenti è pari +1.431 immigrati netti (da altri Comuni e dall’estero), il 68,6% del saldo migratorio totale.

I principali Paesi di provenienza dei residenti non italiani sono: Romania (con il 17,9% dei residenti stranieri), Albania (15,1%), Marocco (13,0%), Cina (7,8%), Ucraina (4,8%) e Bulgaria (4,5%).

Incrociando i dati censuari del bilancio demografico della popolazione residente con quelli della straniera residente emerge che, nel corso del 2020, 497 cittadini italiani si sono cancellati dall’Anagrafe per destinazioni estere, mentre 178 sono rientrati dall’estero. Tali dati non tengono ovviamente in considerazione dei trasferimenti temporanei e di quei movimenti da e per l’estero senza cambio di residenza, tuttavia sono indicativi del movimento da e per altri Paesi da parte di cittadini non stranieri residenti in provincia.

I principali indicatori demografici evidenziano le caratteristiche strutturali della popolazione del territorio in esame al 31/12/2020 e ne completano l’analisi demografica. La densità demografica provinciale è pari a 165 abitanti per chilometro quadrato (kmq), inferiore al dato medio regionale (198) e nazionale (196). Strutturalmente la popolazione si concentra per il 54,6% nei grandi centri urbani (Comune di Forlì e Comune di Cesena); Il Comprensorio più popoloso risulta quello di Cesena con 209.214 residenti (il 53,2% del totale provinciale) e 186 abitanti per kmq; il Comune con maggiore densità è quello di Gambettola (1.373 abitanti per kmq).

La componente femminile della popolazione residente in provincia è leggermente prevalente rispetto a quella maschile (rapporto di mascolinità pari a 95,1), con un tasso di fecondità di 1,24 figli per donna in età fertile (Emilia-Romagna 1,27, Italia 1,24). La popolazione anziana (da 65 anni in poi) costituisce il 24,7% di quella totale e gli over 59 superano gli under 30 (rapporto 1,2); l’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni) è pari a 194,0 (in aumento), superiore al dato regionale (190,0) e nazionale (183,3). L’età media è pari a 46,3 anni, superiore al dato nazionale (45,4) e regionale (46,0).

Nel territorio in esame, il totale della popolazione in età non attiva (quindi per definizione da 0 a 14 anni e da 65 anni in poi) costituisce il 59,9% di quella in età attiva (indice di dipendenza) e al suo interno è prevalente la componente anziana; l’indicatore si presenta superiore al dato medio regionale (58,5%) e nazionale (56,8%). Ancora più evidente è lo squilibrio all’interno della popolazione in età attiva (indice di struttura e indice di ricambio): infatti, le persone da 40 a 64 anni sono il 53,0% in più rispetto ai residenti da 15 a 39 anni e quelle con età compresa fra i 60 e i 64 anni (potenzialmente in uscita dal mercato del lavoro) sono il 45,4% in più rispetto a quelle di età compresa tra i 15 e i 19 anni (potenzialmente in entrata nel mercato del lavoro).

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Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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