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Estate 2021. Iniziata con il problema degli stagionali, finita con il problema degli stagionali. Spesso molti imprenditori del ricettivo hanno lamentato la scarsa presenza di lavoratori e non manca chi ha puntato il dito contro il Reddito di cittadinanza (RdC). Diverse volte la redazione ha chiesto ad alcuni stagionali di raccontare la propria situazione, anche in anonimato, ma nessuno si è reso disponibile.

A tirare le somme dell’estate sul versante del lavoro è la Cgil di Cesenatico. Ecco la situazione che racconta Fausto Sestini, il responsabile del settore Turismo per la Filcams Cgil Cesena.

È il RdC il problema principale del lavoro stagionale?

“Sfatiamo il mito del reddito di cittadinanza come fonte di tutti i mali degli imprenditori del turismo in due modi. Secondo alcune associazioni datoriali manca la manodopera qualificata nel settore del turismo: questo fa abbastanza a cazzotti con i dati dell’osservatorio sul precariato dell’Inps. A maggio di quest’anno ha registrato 142.772 assunzioni stagionali, cioè 100 mila in più rispetto allo stesso mese del 2020. Certo, a maggio 2020 eravamo in lockdown e se ne uscì verso metà mese quindi conta il giusto, ma se andiamo a vedere maggio del 2019 le assunzioni di stagionali sono state 93.918, mentre 127.781 le assunzioni a maggio del 2018. Quindi, di lavoratori ce ne sono sempre di più ma mancano sempre di più?”

Sfatiamo subito il mito del Reddito di Cittadinanza

Fausto SestiniResp. Turismo Cgil

Quanti e a quanto ammonta la cifra media che si percepisce con il RdC?

“In Emilia Romagna i nuclei familiari percettori di almeno una mensilità di RdC tra gennaio e luglio 2021 sono stati 46.908 su un totale di poco più di 2 milioni di famiglie, pari al 2,3% con un importo medio di € 480,84. Dunque, meno del 3% delle famiglie di questa regione prende un sussidio in media sotto i 500€. Viene da chiedersi cosa offrono in termine di retribuzione gli imprenditori per rendere conveniente a queste persone di rimanere a casa. Oltre a questo c’è da capire come lo offrono: infatti il RdC dispone che il percettore deve attivare un percorso con il centro per l’impiego, in modo tale da offrire una serie di offerte congrue, al rifiuto della terza offerta il percettore del RdC perde il diritto. A fine agosto, sul portale dell’agenzia per il lavoro dell’Emilia Romagna si possono trovare per Cesenatico due offerte di lavoro: entrambe per degli studi di consulenza. Viene dunque da chiedersi: come cercano il personale le aziende del settore turistico e perché non si rivolgono ai centri per l’impiego? In parte lo abbiamo visto a inizio stagione, con cartelloni appesi sugli ingressi dei vari esercizi. Così facendo, si evita di andare presso i centri per l’impiego e dichiarare l’effettiva offerta di lavoro”.

C'è chi ha lavorato per 3 euro l'ora e i genitori erano contenti

Fausto SestiniResp. Turismo Cgil

In soldoni, gli stagionali di cui avete conoscenza, quante ore dichiarano di lavorare e che reddito orario hanno?

“Ho certezza del fatto che vi siano molti imprenditori seri che garantiscono le condizioni contrattuali previste dai contratti firmati da CGIL-CISL-UIL, ma la situazione che vedo ogni giorno non è confortante. Al primo giorno della campagna di disoccupazione, tutti i contratti che mi son passati per le mani erano finti part time. Dico finti perché sappiamo tutti benissimo come funziona la stagione: turni di 10 ore al giorno, tutti i giorni, senza giorno di riposo. Però a contratto mettono dei part-time di 24 ore ed eventualmente ci può essere un accordo per ricevere una cifra aggiuntiva in nero. Così facendo, oltre al danno erariale -in cui ci perde la comunità tutta-, vi è il danno contributivo in quanto poi la disoccupazione verrà calcolato con i contributi versati per le 24 ore di lavoro settimanale contrattualizzate e non quelle effettivamente svolte. Infine vi è il danno retributivo per il lavoratore, in quanto verrà ovviamente pagato in maniera corretta solo per le ore contrattualizzate e quindi gli eventuali fuori busta vengono concordati a voce, senza certezze di alcun tipo e certamente non avranno le maggiorazioni previste dalla contrattazione collettiva per il lavoro supplementare e straordinario.

 
 
 
 

Ci sono stati casi eclatanti?

«Il caso più eclatante, non tanto per il caso in sé ma per il ragionamento culturale che c’è dietro, è stato quello di una ragazza di 18 anni, italiana, con regolare contratto di apprendistato part-time di 24h come apprendista impiegata in un hotel di Cesenatico. Si era rivolta a noi, attraverso la madre, per sapere se avrebbe raggiunto le settimane contributive necessarie all’ottenimento della disoccupazione. Facendo qualche domanda viene fuori che, come troppo spesso succede, lavorava otto ore al giorno, tutti i giorni. Chiedo dunque se prendeva qualcosa fuori busta, mi dice di no. Alla mia proposta di fare vertenza all’azienda mi son sentito rispondere che non era il caso perché sapeva fin dall’inizio che sarebbe stata così. Le ho fatto presente che così facendo, per le ore che lei mi aveva dichiarato di lavorare, era come prendere meno di 3 euro lordi all’ora. La madre a quel punto sostenne che comunque lei si sentiva più tranquilla sapendo che la figlia era al lavoro e non chissà dove. A dimostrazione del fatto che non è soltanto un problema di una circoscritta parte della nostra imprenditoria, ma è un vero e proprio problema culturale. Dobbiamo rimettere al centro il diritto al lavoro, alla giusta retribuzione e al poterlo svolgere in totale sicurezza. Dobbiamo sostenere con forza che chi lavora non può e non deve essere povero. Dobbiamo convincerci del fatto che le cose vanno fatte bene. Si lavora perché si è pagati, ma non un po’ in busta paga e un po’ al nero, perché con il lavoro nero, ci perde tutta la collettività».

La politica? Può ribaltare il mantre del si è sempre fatto così

Fausto SestiniResp. Turismo Cgil

Le istituzioni, tra cui il comune, fanno abbastanza o possono fare di più per controllare le situazioni di chi lavora, tanto più in Romagna?

«La mia speranza è che si trovino soluzioni per fare di più. In ambito generale è auspicabile a mio avviso che vi siano maggiori controlli. Stando ai dati dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, su oltre 200 aziende controllate più del 70% è risultato irregolare e circa il 30% è stato chiuso con provvedimento di sospensione dell’attività. Tra le imprese ispezionate 7 su 10 hanno visto la presenza di lavoratori in nero, con violazioni in materia di busta paga e di tracciabilità dei pagamenti e si sono evidenziate irregolarità in merito alla sicurezza del lavoro, a forme spurie di cooperative, agli orari di lavoro, all’illecita somministrazione di manodopera e ai trattamenti contrattuali applicati ai lavoratori. Poi è chiaro che il ruolo istituzionale di un comune lascia pochi spazi di manovra per intervenire direttamente sul mercato del lavoro. Quello che invece a mio avviso è auspicabile è un coinvolgimento politico per cercare di ribaltare il mantra per cui: “le stagioni sono sempre state fatte così, si faranno sempre così”. Senz’altro strumenti come il Patto per il lavoro e per il clima firmato a livello regionale, il Protocollo per lo Sviluppo e la Legalità Contrattuale del Settore Turistico della riviera in provincia Forlì-Cesena, così come l’ultimo Protocollo appena sottoscritto congiuntamente alle categorie degli edili visto l’importante investimento della struttura Waterfront Città delle colonie di Ponente, sono tutte forme importanti e utili per dare strumenti concreti per arginare fenomeni di economia sommersa, ma a mio avviso si può sempre provare a fare qualcosa in più».

A livello locale cosa si può fare in maniera concreta?

«Si potrebbe pensare a un tavolo istituzionale, con parti sociali, datoriali, ispettorato del lavoro e forze dell’ordine, da tenere di forma continuata durante la stagione per lo scambio di informazioni e un miglior controllo del territorio. Si potrebbe investire in una rete di risposta rapida da parte del comune, che raccogliesse le segnalazione dei turisti/lavoratori, in modo da poter predisporre interventi di controllo, con l’obbiettivo di scovare eventuali criticità e dare l’opportunità all’imprenditore di sanare la propria posizione, col doppio guadagno di avere da una parte un riscontro immediato a quelle situazione critiche che rischiano di rovinare il buon nome dell’accoglienza romagnola e dall’altra di impostare un percorso utile a tenere il polso dell’offerta turistica.
Detto ciò, sono curioso di vedere come andranno i colloqui previsti in Regione per i primi di Ottobre tra gli assessorati del lavoro e del turismo e le parti sindacali e datoriali, visto che saranno centrati proprio su questa tematica. In tal senso la nostra posizione è chiara: se si vuole discutere in maniera costruttiva sulle problematiche di un settore complesso come quello del turismo, noi ci siamo. Se però la discussione deve essere centrata sull’errato assioma per cui “non ci sono lavoratori per colpa del reddito di cittadinanza”, dubito si riusciranno a fare dei passi avanti. Ci si potrebbe chiedere, ad esempio, perché i lavoratori del settore del turismo che vengono formati in questa regione vanno a lavorare in altre regioni, se non all’estero».

Come pensate che saranno i prossimi mesi e la prossima stagione?

«Come avevamo preventivato a inizio stagione, ci sarà un allungamento della stagione grazie senz’altro al bel tempo (che non avevamo previsto), ma soprattutto grazie alla serie di eventi che sono stati organizzati quest’anno per la fine di Settembre. Risulta abbastanza singolare il fatto che ci siano ancora alcuni che lamentano la mancanza di lavoratori o che sostengono di dover chiudere perché non vi sono lavoratori disposti ad allungare il periodo di servizio. Riteniamo più credibile che non vi siano lavoratori disposti a continuare a lavorare a determinate condizioni. Infatti, le aziende che applicano i contratti maggiormente rappresentativi  e che retribuiscono giustamente i propri lavoratori non ne hanno di questi problemi. Poi è certo, non si possono nemmeno sottostimare le richieste delle parti datoriali, ma non credo che la radice del problema stia nell’abusatissimo reddito di cittadinanza, bensì nella capacità di saper collegare la richiesta di determinate professionalità a una giusta garanzia delle condizioni di lavoro».

Mancano i lavoratori a determinate condizioni

Fausto SestiniResp. Turismo Cgil

Uno stagionale quale info può chiedere alla Cgil e in che orari e dove sono gli sportelli?

«La CGIL è la casa di qualsiasi lavoratore, chi ci lavora si impegna duramente ogni giorno affinché lo sia. Durante questa pandemia, con tutte le modalità necessarie per garantire la sicurezza, non abbiamo mai negato il servizio all’utenza. Nonostante le complicazioni organizzative, abbiamo sempre cercato di dare le risposte a tutti i lavoratori che si sono rivolti a noi. Perché tutto sommato è questo il ruolo del sindacato: dare risposte alle domande dei lavoratori, che si tratti di informazioni contrattuali, previdenziali, di sostegno al reddito o fiscali. Pertanto consigliamo a chi avesse bisogno di chiamarci per prendere un appuntamento, allo 0547-80022. Facendo l’interno 1 si parla con il patronato e con i compagni dello SPI, volontari senza i quali il nostro lavoro sarebbe assai più complicato. All’interno 2 risponde Teorema, per i servizi fiscali, tutto ciò che riguarda dichiarazione dei redditi, pagamento dell’imu, isee e via dicendo. Al 3 risponde la Filcams, categoria della CGIL che segue il settore del turismo e del commercio, ma non solo. Visto l’alto afflusso di telefonate, può darsi che non riusciamo sempre a rispondere (ma vi assicuro che ce la mettiamo tutta in tal senso), se così fosse, consigliamo di passare a prendere informazioni nella nostra sede in Via Cecchini 43 (tra la stazione dei treni e il ponte del Gatto) dal lunedì al sabato dalle 8:30 alle 12:30 e nei pomeriggi di lunedì, martedì e giovedì dalle 14:30 alle 18:30. In alternativa, è sempre disponibile la Camera del Lavoro di Cesena, contattabile al 0547-642111 e sita in Via Tito Maccio Plauto, 90. Se si ha bisogno di un appuntamento per la disoccupazione su Cesena, Cesenatico, Savignano o San Mauro Pascoli, si può contattare anche lo 0547-642174».

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Alessandro Mazza

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One Comment

  • Purtroppo il problema è anche le tasse sproporzionate pagate dalle attività autonome. Questo logicamente non giustifica lo sfruttamento dei lavoratori stagionali,soprattutto dopo una stagione eccezzionale di grandi guadagni in ogni settore turistico. Le multe dovrebbero essere molto salate anche come deterrente x la prossima stagione.

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