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A cura di Federica Gualdani

Funky pig” è il titolo del suo nuovo singolo. “Sapi”, nome d’arte di Samuele Sapia, annuncia l’uscita del suo prossimo disco con un brano che sta tra musica, metafora e critica sociale. La canzone, già disponibile dal 26 settembre, è il frutto di un lavoro che coinvolge tecnica e passione. Da proviene l’ispirazione? Semplice osservazione della varietà umana. Ecco che l’artista si racconta: ricordi del passato e attività del presente.

funky pig

La canzone è il primo singolo che ha lo scopo di preannunciare l’uscita di un disco. Non so ancora la data precisa, ma di certo si tratta di qualcosa di imminente. La mia passione ha radici che affondano nell’adolescenza. Già nel 2003, quando frequentavo le medie, avevo una spiccata tendenza verso il rap e la musica in generale. Ho cominciato lentamente, quasi per gioco, a scrivere qualche verso con i miei amici fino a far nascere delle vere e proprie collaborazioni”.

 
 
 

“Lo sviluppo delle idee ha trovato una realizzazione concreta. Così, passo per passo, ho iniziato a creare prodotti di un livello più elevato. Non si trattava di un semplice passatempo, di una passione vacante, di una voglia da ragazzino. Era di più. Attraverso la musica io mi sentivo libero. Capivo di poter esprimere tutto quello che pensavo con una facilità che andava ben oltre il semplice dialogo”.

Le parole che scrivevo riuscivano a dare una forma tangibile ai pensieri che mi frullavano in testa e, in qualche modo, ero in grado di far arrivare a tutti il mio messaggio. Ogni volta che mi cimentavo nella stesura di qualche testo percepivo una sensazione di sfogo, di leggerezza. Era come se mi liberassi di un pesante fardello. Ho cominciato con l’intenzione di creare qualcosa che funzionasse per me. Senza particolari pretese. Senza la ricerca affannosa di approvazioni o riscontri. La musica era una vera e propria terapia. La mia dimensione ideale, in sostanza. E questa è anche la mia attuale condizione. Il modo che prediligo per esprimermi. Ora faccio il pescivendolo. Combino il mestiere con le attività dell’ambito artistico. Sono di Cesenatico ma collaboro con vari personaggi della zona: da Bellaria a Gatteo Mare fino a Ravenna.

La nuova canzone è venuta, per così dire, spontanea: si ispira ad una categoria di persone che bada molto più alla mera apparenza trascurando la sostanza. Basta guardarsi intorno, è una metafora.

Ci tengo particolarmente a ringraziare tutti coloro che, con me, hanno seguito le varie fasi del brano: Stefano Fariselli (per quanto riguarda la produzione), “Majorizm” (rec, mix e master), “Jaro the real Bovaro” (riprese e montaggio video) e Stefano Casadei Giunchi (attore del video).

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