Avevano interessi anche a Cesenatico i soggetti di origine calabrese, quasi tutti pregiudicati, arrestati dai finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Rimini nell’ambito di una vasta operazione di polizia denominata “Popilia” in Emilia Romagna.
L’inchiesta ha appurato la gestione, da parte dei malavitosi calabresi di 5 hotel (tutti a Viserba), di un chiringuito e di una società operante nel settore degli allestimenti fieristici, nelle provincie di Rimini, Forlì-Cesena e Siena, attraverso società intestate a dei prestanome.
Gli arrestati – che si spacciavano come appartenenti alla ‘ndrangheta – dovranno rispondere dei reati di estorsione, detenzione e porto illegale di arma da sparo (trovata, nel corso della perquisizione, una calibro 7,65) e intestazione fittizia di beni. La Finanza ha disposto il sequestro delle quote sociali e dei beni aziendali di 6 società.
Le indagini sono partite dalla denunce di un dipendente di una delle strutture alberghiere e del proprietario di un hotel, entrambi estranei alle attività criminali. Sia il dipendente che il proprietario dell’albergo non avevano ricevuto rispettivamente lo stipendio e il canone d’affitto e dunque si erano rivolti ai carabinieri: entrambi sono stati minacciati con tanto di pistola dagli indagati che, per intimidirli, hanno più volte vantato con loro di essere imparentati con un boss della ‘Ndrangheta.
L’appartenenza effettiva dei pregiudicati alle cosche, tuttavia, non è stata ancora accertata. Per questo la guardia di finanza non ha, per il momento, contestato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso.