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Intervista a Gian Piero Travini spin doctor del centrosinistra

Confessioni di una “social belva”

Elezioni a Cesenatico, quando un post può fare la differenza. Professione spin doctor, un consulente politico che suggerisce al candidato di turno la mossa migliore nello scacchiere delle campagne elettorali. Abbiamo intervistato Gian Piero Travini, spin doctor dell’ultima tornata elettorale delle coalizioni di centro sinistra in Romagna per conto della giovanissima agenzia emiliano-romagnola di digital communication Piave, attiva da due anni esclusivamente per il centrosinistra. Ci svela alcuni colpi bassi subiti e retroscena.

Avevamo previsto tutte le mosse della campagna elettorale del centrodestra

Gian Piero Travini

Lei quindi è il Morisi del centrosinistra in Romagna?

“No, Morisi è stato un innovatore io ancora sono un mestierante a suo confronto. Ho una discreta esperienza nel digital marketing e digital advertising con un curriculum che inizia con il giornalismo, su carta e web. Nello specifico a Cesenatico sono stato lo spin doctor di Matteo Gozzoli. Seguo campagne elettorali dal 2009; pian piano ho messo su un gruppo di persone che mi affiancano in questo lavoro. Ora sono in esclusiva con Piave, ma continuo a collaborare con tre persone in particolare: Giacomo Garaffoni, brand manager e copywriter; Enrico Amadori, un giovanissimo fotografo di talento che adesso studia Politics alla Luiss; Matteo Zinnia, anche lui uscito dalla Luiss in scienza internazionale e life coach”.

Capita di sentir dire che il sindaco è sempre low profile e mai sopra le righe. Strategia?

“No è così, lui si sottovaluta e non alza mai i toni anche se potrebbe farlo”.

Quanto è stato investito sui social nella campagna del candidato sindaco che ha seguito?

“Da novembre 2020 ad oggi circa 1000 euro di digital advertising che è veramnete poco. Nell’ultima settimana di campagna elettorale la spesa è stata di 300 euro. Aggiungo che da novembre 2020 a ottobre 2021 abbiamo investito di meno rispetto l’ultima settimana di campagna elettorale del suo competitor. Tutti dati pubblici”.

 
 
 
 

Qual è stata la mossa da scacco matto?

“Avevamo previsto a monte tutte le mosse della campagna elettorale del centrodestra a Cesenatico. Sapevamo che qualcuno avrebbe chiamato i giornali dicendo che Matteo stava dimagrendo perché malato (voce del tutto infondata, ndr). Lo avevamo anticipato e parlammo con i fatti: la partecipazione alla nove colli di Matteo. Il nostro post comparativo ha guidato i contenuti dell’ultima settimana di campagna elettorale portandoli su un binario in cui il centrodestra avrebbero perso voti. Questo è un lavoro che non si improvvisa. Sono molto dispiaciuto per Buda: per me non doveva sottoporsi a questo martirio”.

Nella foto Gian Piero Travini con Giacomo Garaffoni

Ci parli del sondaggio che avete seguito e come è stato sfruttato…

“A inizio settembre abbiamo realizzato un sondaggio che ha dato risultati confortanti. Ma emergeva un 45% di indecisi, più alto rispetto le città dell’entroterra. Le due cose emerse erano il fatto che le proposte del centrodestra non erano gradite alla città come condhotel e casine sull’acqua nella Vena Mazzarini e che Matteo girava intorno a un 60%. Abbiamo individuato la fascia più critica e indecisa: quella dai 45 ai 59 anni e abbiamo cercato di raggiungerli con campagne pubblicitarie mirate anche per raggiungere l’elettorato del M5S. E sono andate molto bene. L’elettorato tra i 45 e i 59 anni, la sinistra lo ha un po’ perso ovunque: è un dato nazionale. Cesenatico non ha fatto eccezione: nel 2016 in tanti diedero fiducia a Matteo, questa volta è stato più complesso”.

Come i social si inseriscono nel panorama dei mezzi di informazione tradizionali?

“I social sono un nuovo competitor per i media tradizionali e tra questi metto anche i siti. A Cesenatico fanno opinione Corriere, Carlino e livingcesenatico. Importantissimo quindi è l’ufficio stampa che nello specifico, per il centrosinistra è stato curato molto bene da Francesco Zani. Ora conta di più la qualità del messaggio mandato rispetto alla quantità. Nella grandi città, come Milano, il primo mezzo di comunicazione è Instagram. Sala domina perché domina su Instagram. In una realtà come Cesenatico i 70×100 (i manifesti da affissione esterna, ndr) danno il via alla campagna che poi però si gioca tutta su social e quotidiani. Noi e Fratelli d’Italia avevamo ottimi addetti stampa. Altri no.”.

Cosa avrebbe risposto se fosse stato nei panni di Matteo Gozzoli alla domanda: “Cosa farebbe con un milione di euro?”

“Io avrei risposto che li avrei usati per sistemare i debiti lasciati da chi c’era prima, perché sono un provocatore. Stare vicino a persone equilibrate come Matteo mi ricorda che non sono infallibile e non ho la verità in tasca”.

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Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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