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Più soldi per i sindaci italiani. Lo prevede la bozza della nuova legge di Bilancio che dovrà essere ora confermata dal Parlamento.

Il governo Draghi – dopo anni di pressione dell’Anci (l’associazione dei Comuni italiani) – ha infatti deciso di sbloccare i compensi dei primi cittadini fissati vent’anni fa dalla legge Bassanini. Un ritocco sostanzioso per alzare la busta paga dei sindaci spesso alle prese con enormi responsabilità (giuridiche ed istituzionali) a fronte di stipendi piuttosto modesti (soprattutto nei comuni di piccole dimensioni).

Il provvedimento partirà in misura graduale per essere definitivo dal 2024, ma gli incrementi in busta paga non graveranno sulle casse comunali.

In sostanza, se la legge sarà approvata, le buste paga dei sindaci verranno parametrate a quanto percepiscono i presidenti delle Regioni, 13.800 euro lordi mensili, su percentuali progressive in base al numero di abitanti (i Comuni potranno inoltre aumentare anche gli emolumenti di vicesindaco, assessori e presidente del Consiglio comunale).

 
 
 

Per i capoluoghi di Regione e di provincia con più di 100mila abitanti la nuova indennità sarebbe pari all’80% di 13.800 euro, fino a 100mila del 70%, del 45% per i Comuni non capoluogo inferiori ai 50mila, del 35% da 30.001 a 50mila abitanti, del 30% da 10.001 a 30mila (il caso di Cesenatico), del 29% da 5.001 a 10mila, del 22% da 3.001 a 5mila e, infine, del 16% fino ai 3mila abitanti.

A Cesena, ad esempio, che conta una popolazione di 97mila residenti, lo stipendio del primo cittadino Enzo Lattuca passerebbe da 3.718 euro lordi a 6.210 euro, sempre lordi. E a Cesenatico? Con i suoi 26mila residenti, il rieletto Matteo Gozzoli passerebbe da un’indennità mensile di circa 3mila euro a 4.140 euro.

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