fbpx

La sentenza del Consiglio di Stato, che pone fine alle proroghe nel 2023 per le concessioni balneari, cristallizza un concetto sul quale l’Europa non è più disposta a negoziare, ovvero la sabbia è l’oro di tutti. Quindi scaduta la licenza, avanti il prossimo. Anche se chi tutte le mattine pianta sdraio e ombrelloni c’ha investito i risparmi di un vita in quel tratto di litorale.

Un’impresa balneare è un’attività che rende parecchio perché il costo delle concessioni è molto basso e, negli ultimi anni, agli incassi degli ombrelloni, si è saldato quello – ancora più interessante – del beverage e della ristorazione. E così, anno dopo anno, i guadagni dei bagnini si sono avvicinati a quelli degli albergatori, in alcuni casi anche superandoli.

Ecco perché le multinazionali straniere hanno già puntato gli occhi sulle 30mila imprese balneari italiane che si dividono 4mila chilometri di costa balneabile.

 
 
 
 

Insomma, dal 2023 la spiaggia va all’asta e le grandi holding del turismo hanno già cominciato ad organizzarsi per sottrarre chilometri di spiaggia ai vecchi gestori. Negli anni passati, si è già ventilato l’interesse di colossi come Valtur o le multinazionali Nikki beach e twinga, ma il pericolo maggiore arriva dalla Cina che ha capitali e risorse per vincere le aste.

E in questa partita bisognerà tenere gli occhi aperti verso la malavita e la criminalità organizzata già da tempo entrata nel business del turismo romagnolo.

Sostieni livingcesenatico con una piccola donazione!

 
Inviando questo modulo acconsenti al trattamento dei dati secondo le vigenti norme di Privacy e diritto di autore. Per maggiori informazioni vai alla pagina Privacy e Cookie.

Leave a Reply