Una situazione praticamente assurda che riguarda il trasporto pubblico che transita per Cesenatico. A segnalarla un genitore incredulo.
“Mia figlia per tornare a Bagnarola oggi – racconta un padre – ha preso di corsa l’autobus 146, che prende raramente e che va a Cesenatico perchè tre autobus 94a, sempre destinati a Cesenatico erano tutti pieni”.
“Ad un certo punto – prosegue nel racconto -, fermi e a porte chiuse, comincia a sentire “Ma questo è il 146 che va a Capannaguzzo o quell’altro?”, “Ah bho…” e l’autista conferma che quell’autobus passa da Capannaguzzo e quindi non ferma a Bagnarola. A quel punto molti chiedono di uscire ma l’autista non apre le porte e parte senza far scendere chi voleva uscire dicendo poi successivamente, dopo loro insistenza, che lui non si può fermare. Mia figlia – aggiunge – è costretta a scendere a Macerone, subito prima di Bagnarola, per non finire a Capannaguzzo e noi costretti ad andarla a prendere in macchina”.
Un semplice errore, una disattenzione? La chiamata al call center di Start è chiarificatrice. Si fa per dire.
“Comunicatami la vicenda – spiega il genitore – chiamo il call center Start Romagna (a pagamento tra l’altro) e chiedo lumi. Mi rispondono che effettivamente il 146 fa due percorsi. Gli interrogativi sorgono spontanei: “Come può riconoscerli mia figlia? Cosa c’è scritto oltre a 146?”. Risposta: “In uno c’è scritto Cesenatico”. “E nell’altro?” Risposta: “Ah… anche””.
Il genitore sempre più spiazzato chiede numi certo che ci sia un elemento discriminante. Ma entrambi i bus passano alla stessa ora. Un’altra domanda sorge spontanea: “Scusi, ma allora mia figlia come fa a sapere quale bus deve prendere?”. Risposta: “Non so, chieda con l’autista!”.
Molto adirato per la situazione la signorina si è giustificata con il genitore dicendo che avrebbe cercato di rimediare chiedendo di fare apporre un cartello ulteriore in quello che passa per Bagnarola e viceversa.
“Siamo alle comiche – conclude il padre -. Questa è Start Romagna dove oltretutto in classe i ragazzi devono stare distanziati e nelle linee autobus poi si trovano a stare appiccicati come sardine. Gli autobus aumentano di solito di numero dopo la prima settimana di proteste e magicamente tornano pieni dopo i primi controlli, dopo che le polemiche si calmano sulla stampa”.