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“Fu il tornitore di Cesenatico che di nome faceva Marcello Faccini a insegnarmi nelle giovanili l’arte della marcatura, quando a quei tempi ti dicevano soltanto di stare incollato all’avversario”.

Lo ha detto il mister Alberto Zaccheroni in una bella intervista rilasciata a Il Fatto: “Marcello – ha ricordato Zac – mi spiegò che i riferimenti per il difensore devono essere tre: il pallone, l’uomo e la porta. Quando sono diventato allenatore, raramente ho trovato le marcature eseguite in maniera corretta, anche nei club più importanti della Serie A”.

“Mi sono portato dietro quegli insegnamenti – ha proseguito il mister di Cesenatico – e li ho trasmessi ai miei giocatori, aggiungendo di mio un quarto punto cardine, cioè la linea di difesa, visto che nel frattempo avevo iniziato a praticare il gioco a zona. La posizione di partenza del difensore deve essere corretta perché gli permette di arrivare in tempo: venti centimetri avanti o venti indietro cambia tutto”.

“Anche quando giocavo con tre attaccanti sono sempre intervenuto di più sulla difesa e tutti i miei difensori sono testimoni di quanto ho rotto loro le scatole. Faccini è deceduto prima che arrivassi ad allenare le grandi squadre. Ma le conoscenze di un idraulico, che da giovane aveva fatto il centravanti, in qualche modo – ha concluso Zac – sono arrivate anche al Milan e alle grandi che ho allenato”.

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