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Nessuno nega che vi sia un chiaro “sbilanciamento” tra responsabilità istituzionale, rischio penale e trattamento economico dei sindaci italiani (basta chiedere a Roberto Buda costretto ad attingere al suo patrimonio personale per difendersi dalle accuse – rivelatesi poi inconsistenti – del “caso Da Vinci”) ma certo è che – nei mesi della crisi, della super-stangata delle bollette e dell’economia in default per colpa di una pandemia infinita – la notizia dell’aumento degli stipendi dei politici locali stride come un gessetto sulla lavagna.

E invece, contenuto nella manovra di stabilità 2022, è scattato in questi giorni l’aumento di stipendio dei sindaci. E, come sempre, non saranno piccoli adeguamenti, ma aumenti sostanziosi che – da oggi fino al 2024 (gli aumenti sono scaglionati) – cambieranno la vita ai nostri primi cittadini.

Per i sindaci delle città metropolitane (come Bologna per intenderci) la busta paga lieviterà del 100%, passando dai 7800 euro ai 13.800 euro lordi (la stessa cifra che, per 14 mensilità, incassa il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini).

Può festeggiare anche il sindaco di Cesena Lattuca che, da qui alla fine del mandato, in una logica progressiva, si vedrà riconosciuto in busta paga un aumento secco del 70%, passando da 3.718 euro lordi a 6.210 euro.

Meno esagerato, ma comunque non di modesta entità, il ritocco dello stipendio del sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli che, da questo mese, avrà una busta paga più pesante fino ad arrivare – a metà mandato – a guadagnare il 30% in più (dai 3mila euro a 4.140 euro).

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