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Dopo la pandemia sanitaria adesso si rischia l’emergenza economica. E la colpa non è certo del Covid, ma del “carovita” generato dai vergognosi aumenti di luce e gas. Ovunque – anche a Cesenatico – si stanno alzando i prezzi perché le imprese, di qualsiasi settore, cercano di salvare i loro fatturati e le loro marginalità nell’unico modo possibile, ovvero rivalendosi sui consumatori.

E così, dai bar ai ristoranti – in un momento di grave crisi congiunturale – i prezzi sono lievitati. Da oggi costerà molto di più fare la spesa, andare al ristorante, fare l’aperitivo al bar. Perché siamo tutti parti di un’unica filiera e, se le spese di gas e luce si alzano, non si salva più nessuno.

La politica, tutta impegnata tra restrizioni e Green Pass, continua a fare spallucce. Ma lo sdegno della gente comincia ad arrivare anche a Palazzo. E così, sollecitato da più parti, ieri il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha chiesto “ristori d’urgenza contro il caro-bollette”, chiedendo al Governo un intervento rapido a sostegno di famiglie e imprese alle prese con i costi dell’energia, anche facendo pressione in Europa.

“L’aumento pesantissimo delle bollette e del costo dell’energia rischia di mettere in ginocchio famiglie, imprese, enti locali e servizi pubblici- avverte Bonaccini- un’emergenza reale, di cui si parla troppo poco”. In Giunta regionale, assicura il governatore dell’Emilia-Romagna, “siamo impegnati su questo, anche se purtroppo il nostro campo d’azione è limitato. A maggior ragione servono misure immediate da parte del Governo, attraverso la decretazione d’urgenza, per sostegni e ristori che siano rapidi, oltre ad attivare il Tavolo di confronto nazionale, che già esiste, e approvare velocemente un piano regolatore che stabilisca cosa fare nel campo dell’energia. E si muova l’Unione europea, per fermare rincari e speculazione internazionale”.

Bonaccini ribadisce dunque la necessità di “salvaguardare cittadini e famiglie, provati da due anni di pesanti restrizioni per contrastare la pandemia. Lo stesso va fatto con le imprese: molte stanno fermando la produzione e rinunciando ai tanti ordinativi. Una beffa atroce non poter creare lavoro nell’anno della crescita economica più importante degli ultimi 50 anni e con davanti la realizzazione del piano di investimenti pubblici più vasto dal secondo dopoguerra, il Pnrr. E non vanno dimenticati terzo settore e volontariato: realtà fondamentali che agiscono non per fini di lucro e che non possono sostenere spese raddoppiate in pochi mesi. Non fermiamo il Paese nel momento in cui è ripartito e bisogna ricostruire. Non lasciamo sole le persone”, esorta il governatore dell’Emilia-Romagna.

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