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Con il dialetto romagnolo, il tedesco è sempre stata la lingua più parlata in Riviera dove, dagli anni ’70, ai primi refoli di primavera, orde di turisti germanici – biondi, panzuti e con la schiena spellata – invadevano puntualmente le nostre spiagge. Da “guten morgen” a “guten abend” fino all’immancabile “Ich liebe dich”, quell’idioma aspro e spigoloso che quasi scorticava la gola è sempre stato un suono familiare nelle nostre estati.

Molti alberghi di Cesenatico, del resto, sono stati costruiti, mattone su mattone, pagando le rate dei prestiti con i marchi tedeschi. Non a caso, nelle scuole, più dell’inglese, si insegnava proprio il tedesco.

 
 
 
 

Oggi “l’amico Fritz” (come lo chiamavamo) ha scoperto altri lidi e la Romagna non è più la sua meta designata. E con il tramonto del turismo teutonico anche la lingua, sulle spiagge romagnole, si è ormai estinta.

Per questa ragione una rete di docenti di lingua e cultura tedesca attivi sull’intero territorio regionale hanno inviato una nota in cui reclamano “un’offerta linguistica che tenga conto delle effettive esigenze del tessuto economico e culturale emiliano-romagnolo” e che ristabilisca “una giusta proporzione tra le seconde lingue straniere studiate nel nostro territorio”.

Gli esempi di criticità sono molti, a cominciare dalla Romagna: “Il tedesco è già scomparso all’Istituto professionale Ernesta Stoppa di Lugo, all’istituto alberghiero Pellegrino Artusi di Forlimpopoli e perfino, paradossalmente, all’istituto alberghiero di Rimini – segnala il gruppo –. E l’area riminese ha visto l’eliminazione dell’insegnamento del tedesco anche in molte scuole secondarie di primo grado a Misano, a Cattolica e a Riccione”.

Eppure, rilevano, “la stagione turistica 2021 ha registrato un notevole incremento di presenze di tedeschi, austriaci e svizzeri sulla riviera romagnola, tant’è che la Regione ha attivato un’importante campagna promozionale del territorio sui mercati di lingua tedesca”.

Inoltre, “molte strutture alberghiere e imprese del nostro territorio sono costantemente (e talvolta disperatamente) alla ricerca di personale con buona padronanza del tedesco – rilanciano – perché i rapporti con la clientela avvengono preferibilmente in lingua tedesca e la qualità della comunicazione è naturalmente un aspetto indispensabile per il buon esito delle attività”.

Insomma “la conoscenza della lingua tedesca rappresenta una reale opportunità – concludono – un investimento strategico per aprirsi le porte di una carriera professionale nell’industria e nei servizi”.

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