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A cura di Federica Gualdani

Le parole che portano alla rinascita. Potrebbe essere il titolo di un racconto. Di una favola che narra la magia del linguaggio e di come questo sia in grado di generare infiniti mondi. E invece no. Si tratta di una storia vera. Di una missione concreta che ha, come fine ultimo, l’equilibrio e la stabilizzazione di universi complessi e intricati. Ma facciamo un passo indietro, cominciando dall’inizio.

Ascolta Radio Larga a questo link

 
 
 

La comunità educativa integrata della fondazione Augusta Pini e dell’Istituto del Buon Pastore Onlus di Bologna opera con ragazzi in età compresa tra i 10 e i 18 anni. Ci si trova a seguire percorsi difficili che hanno alle spalle trascorsi forti, traumatici. Persone che hanno smarrito la strada, che provano a trovarla nuovamente. Qualcuno che cerca evasione, qualcun altro ha bisogno di accoglienza e tranquillità. Non solo: si lavora con soggetti che presentano le più varie personalità. Ogni diversità non viene considerata come un ostacolo. Ma come una specifica modalità di relazionarsi. L’obiettivo, infatti, è quello di offrire un luogo protetto e sicuro che miri all’orientamento. E l’arte non può certo restare esclusa. Tutte le sue forme vengono analizzate, adattate e rese idonee per i soggetti a cui devono rivolgersi. La cosa più particolare è un lavoro che viene fatto con il linguaggio e l’interazione.

Dal 2015 ha preso il via, tra gli operatori della comunità, la registrazione di una webradio. L’uso era esclusivamente interno e le puntate venivano diffuse tra colleghi e amici. Inutile dire che i ragazzi, vedendo la novità, hanno cominciato a mostrare curiosità ed interesse. Una domanda specifica, una proposta originale e tanta voglia di esplorare un contesto sconosciuto ai più. Risultato? L’idea ha cominciato a coinvolgere gli utenti della comunità. E da quel momento la magia ha avuto inizio.

Non è solo un uso terapeutico, il nostro – raccontano le operatrici Alessia e Beatrice – ma un vero e proprio modo per tornare ad una mediazione che, nella maggior parte dei casi, è stata perduta. Andare in onda, perché ora le trasmissioni sono diffuse anche al di fuori della comunità, è un modo per dare ad ognuno lo spazio che merita. I ragazzi vengono apprezzati per il loro contenuto. Non per l’immagine. In un’era in cui i social dettano canoni e fondano la loro fortuna su scatti personali e filtri, è fondamentale dare vita ad una dimensione che valorizzi l’essenza delle persone. La voce, al contrario degli spazi multimediali prediletti dai giovani, non mente. È pura. Diretta. Autentica”. 

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“Tutti portano un pezzo di loro e della loro storia per contribuire alla buona riuscita dell’iniziativa. Forse non sembra, ma dietro ad una chiacchierata di qualche ora si cela un lavoro lungo e meticoloso. Senza contare quanto sia fondamentale la comunicazione: i corti circuiti interiori vengono, per così dire, compensati da una nuova modalità di interagire. Con se stessi e con gli altri. La bellezza è anche la diversificazione degli argomenti: sport, musica e  addirittura interviste con personaggi famosi come scrittori, cantanti, registi. E, ovviamente, un po’ di gossip unito alle notizie dal web. Impegni e passioni si incontrano. Le parole diventano il mezzo migliore con cui poter tornare a vivere”.

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