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Nessun colpo di scena. Con i fondi europei in arrivo, l’Italia prende sul serio la procedura d’infrazione e, dunque, sulla spigolosa partita delle concessioni balneari, imbocca la strada indicata dall’Europa. Come aveva previsto la sentenza del Consiglio di Stato lo scorso 20 ottobre, le proroghe delle concessioni balneari si chiuderanno nel 2023. Ergo, nel 2024 partiranno le gare per il rinnovo.

 
 
 
 

Via libera, dunque – all’unanimità – all’emendamento al ddl sulla concorrenza che interviene sulle concessioni balneari, prevedendo la messa a gara dal primo gennaio 2024. L’obiettivo? Spingere gli investimenti (attraverso le gare), migliorare i servizi e combattere il “caro ombrellone”. E proprio quest’ultimo punto ha fatto infuriare Simone Battistoni del Sib, il sindacato degli operatori balneari, secondo cui la storia dei prezzi alti è “assurda” perché – dice al Corriere della Sera – “da sempre i turisti ci premiano per i prezzi abbordabili”.

“Siamo preoccupati – conclude l’esponente regionale del Sib – perché non capiamo, da quanto trapelato, dove vuole andare a parare il governo. Investire per concorrere alle gare e migliorare i servizi non fa rima purtroppo con il far pagare meno i clienti”.

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