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E’ venuto il momento di dire “basta” ai controlli del green pass a carico degli esercenti. E’ la proposta di Fipe Confcommercio, l’associazione che tutela ristoranti, bar ed esercizi pubblici. 

Secondo l’organizzazione “ogni giorno i gestori dei locali sono costretti a controllare almeno 20 milioni di green pass. Un’attività a tappeto che ha evidenti implicazioni organizzative e che oggi, con 51 milioni di italiani vaccinati o guariti, deve essere ripensata”.

 
 
 
 

Per  Confcommercio e per la sua affiliata Fipe bisogna prendere atto che ad oggi il green pass ha raggiunto il massimo della sua efficacia e che sarebbe meglio pianificare al suo superamento, come sta avvenendo per altro in molti Paesi europei.

“In uno Stato democratico – si legge in una nota – è fondamentale salvaguardare l’equilibrio tra utilità sociale delle misure di legge e le complicazioni che creano ai singoli cittadini e agli imprenditori. È logico e costruttivo adattare le regole al miglioramento della situazione e riportare il Paese verso una dimensione di normalità. E, nella normalità, gli imprenditori non fanno i controllori”.

Sul green pass, visto il miglioramento progressivo del quadro sanitario, bar e ristoranti chiedono “una semplificazione, rimuovendo l’onere del controllo dei certificati. I pubblici esercizi hanno sopportato negli ultimi due anni numerosissime e altalenanti misure restrittive dell’attività e hanno responsabilmente sostenuto l’introduzione del green pass presso le proprie imprese, favorendo in tal senso la promozione della campagna vaccinale. Questa attività di controllo si è tradotta per le attività del settore in una serie corposa di oneri aggiuntivi: oltre 65 provvedimenti nazionali sono stati adottati da giugno ad oggi in merito alla regolamentazione dei flussi degli stranieri, alla durata dei vaccini, alla gestione dei guariti, alla validità delle dosi booster e varie eccezioni. E sono stati assolti con grande senso di responsabilità. Ma oggi questa complessità non ha più ragione di esistere”.

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