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Più della Svizzera era un simbolo planetario di neutralità. Perché, dalle parti del monte Titano, schierarsi da una parte o dall’altra su vertenze belliche è sempre stato un tabù.

Ma l’invasione della Russia all’Ucraina ha infranto un principio secolare e così, sull’onda dello sdegno internazionale, anche San Marino – per la prima volta nella sua storia – ha deciso di schierarsi e di votare a favore delle sanzioni nei confronti della Russia.

 
 
 
 
 
 

I reggenti dell’Antica Repubblica parlano di “neutralità attiva” ma, al di là degli equilibrismi dialettici, si tratta comunque di una svolta epocale.

San Marino non ha un proprio esercito e non detiene armi per cui sarebbe impossibile in linea teorica intervenire altri modi in un conflitto se non con le sanzioni. Va però specificato che oltre a rimanere neutrale durante le due grandi guerre del Novecento, nel secolo scorso la Repubblica non aderì neppure all’embargo cubano.

Il gesto di San Marino era molto atteso dalla comunità internazionale dopo che i rapporti fra Titano e Russia erano considerati molto buoni. Nei giorni critici della pandemia, infatti, San Marino si era rivolta proprio alla Russia per importare massicci quantitativi di vaccino Sputnik (prodotto da Mosca e non riconosciuto da Ema e Fda) e fra i due paesi era in corso un dialogo intenso sulla possibilità di viaggiare senza visto.

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