Caro carburante insostenibile. Al punto da non rendere più, non solo sconveniente, ma controproducente uscire in mare per i pescherecci di Cesenatico. La situazione del prezzo del gasolio aveva dato segnali di crescita già un mese fa, ma l’inizio della guerra in Ucraina, avvenuto il 24 febbraio, ha fatto schizzare il prezzo del carburante.
I bene informati raccontano di un aumento anche del 6-7% al giorno; una situazione da vera e propria guerra che non si era mai presentata nel settore della pesca a Cesenatico. Anche perché non c’erano mai stati reali venti di guerra in Europa.
Il prezzo del gasolio è arrivato al livello record di 1,20 euro al litro che, per chi fa un rifornimento anche di 5000 litri alla settimana, non è più sostenibile. Ecco quindi che anche a Cesenatico si avvertono i primi effetti di una guerra che seppur combattuta a centinaia di chilometri di distanza, fa sentire i propri effetti nell’economia locale.
Così tutti i pescherecci di Cesenatico che praticano la pesca a volante e lo strascico sono fermi da ieri, lunedì. E lo saranno per tutta la settimana. Intanto sono già scattati incontri tra rappresentati di associazioni di categoria e governo per trovare un sostegno. Nella giornata di oggi c’è stato un tavolo di confronto tra Alleanza pesca, Coldiretti Impresapesca, Federpesca, Flai Cgil, Fai Cisl e Uilapesca e il ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Anche la Regione Emilia-Romagna farà sentire la propria voce attraverso i propri canali istituzionali.
Intanto pare che il governo stia lavorando ad un piano da 20 milioni di euro a sostegno del settore della pesca. Una sorta di ristoro in prima risposta alle difficoltà del settore. Un piano che deve ancora essere messo nero su bianco. Perché tra il dire e il fare…
