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a cura di Federica Gualdani

Un mostro invisibile. Un disagio che scava dall’interno. Una situazione che invade la quotidianità.

È ciò di cui si tratta nel romanzo “Non sei sol*”di Martina Baiardi. Una ragazza che, oltre a svolgere il lavoro di personal trainer, ha voluto sensibilizzare il suo pubblico rispetto ad una tematica tanto spinosa quanto delicata: i disturbi del comportamento alimentare.

martina baiardi
 
 
 
 

Non solo: è riuscita ad utilizzare i social per sfatare falsi miti e per venire incontro a quelle persone che pensavano di essersi smarrite in una spirale (apparentemente) senza via di fuga. Attraverso la raccolta di storie vere intrecciate in una vicenda di fantasia, ha dato voce a tutti coloro che preferiscono tacere. Ha dato forma ad uno spaccato di realtà che spesso viene sottovalutata o addirittura non considerata.

Ma questo è meglio sentirlo raccontare direttamente da lei:

Mi chiamo Martina, ho ventitré anni e sono una personal trainer. Dal 2020, però, ho cominciato ad utilizzare molto anche i social. È nato tutto all’inizio del lock-down: bloccata in casa, come tutti, non potevo andare al lavoro e portare avanti le mie attività. Quindi ho deciso di non restare con le mani in mano e di proseguire, come possibile, con il mio mestiere. Inizialmente usavo i social network per postare video di allenamenti o per consigliare ricette salutari. Ma poi ho capito altro. Il mondo di internet è qualcosa che distorce la realtà. Vengono fatti passare modelli irraggiungibili (e falsi, per di più) che assumono un valore assoluto. Peggio: diventano l’obiettivo a cui aspirare. Il resto, tutto il resto, passa in secondo piano. Non importa chi o come tu sia. L’unica cosa che conta è il modello da imitare. La cosa grave è che i ragazzi, durante il periodo delle restrizioni, hanno passato gran parte del loro tempo al telefono confrontandosi con queste idee malsane. E spesso ne hanno risentito in maniera significativa. Mi riferisco a tutte quelle persone che sono cadute nel limbo dei disturbi del comportamento alimentare. Ovvio, non è una problematica sorta per la prima volta durante il lock-down. Ma è innegabile che l’indice di soggetti colpiti è cresciuto in maniera esponenziale proprio in questi momenti.

E così ho voluto creare contenuti che sfatassero i miti della perfezione da sognare. Non esiste, semplicemente. Poi la cosa è progredita: molte ragazze (ma non solo) si sono aperte con me e mi hanno confidato l’enorme disagio che si portavano dentro: i disturbi del comportamento alimentare, appunto. Sono riuscite a tirare fuori un’importante lato di loro stesse con la speranza di trovare il modo per lasciarselo alle spalle. A dicembre ho dato vita ad una sorta di calendario dell’Avvento: ognuno poteva scrivermi la propria storia. E io l’avrei letta nel corso di una diretta online. I messaggi che mi sono arrivati hanno evidenziato come fosse possibile star vicino alle persone in difficoltà aiutandole a non sentirsi sole. Da lì è sorta l’idea del libro. Una raccolta di vicende vere che ho intrecciato ad un racconto di fantasia per creare una narrazione che comprendesse tutti. Nessuno escluso.

È importante stare vicino a chi affronta un problema totalizzante come questo. Saper ascoltare e condividere sono azioni in cui ci possiamo impegnare e che possono davvero fare la differenza.”

 
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