fbpx

È stata isolata e sequenziata, per la prima volta in Italia, la variante del virus Sars-CoV-2 – la Xf – una sorta di fusione fra la Delta e la Omicron.

La scoperta è stata fatta al laboratorio di Pievesestina, a Cesena, diretto dal microbiologo Vittorio Sambri.

Il tampone positivo era di un paziente che aveva importanti patologie, che ha contratto il Covid un paio di mesi fa e che poi è morto (“ma non per la variante Xf”, hanno precisato dal laboratorio cesenate).

 
 
 

Questo di variante è già diffusa in Inghilterra, dove ad oggi sono stati diagnosticati con certezza circa 100 casi.
Ogni valutazione sulle caratteristiche di questa nuova variante è prematura: nel laboratorio stanno continuando a studiare per cercare di capire affinità e divergenze con le varianti già note, la pericolosità, la contagiosità, la resistenza ai vaccini e alle terapie.

La nascita di varianti (adesso si sta cercando di individuare la Xe, una mutazione di Omicron che dai primi studi risulta ancora più contagiosa) secondo Sambri è una cosa normale. “Il numero di casi è alto – dice ancora – il virus gira in maniera importante e si moltiplica: è normale la comparsa di mutazioni che possano portare a varianti. Il problema è capire quali e quante ne emergono e cosa può voler dire”. 

Intanto, proprio per arginare eventuali ritorni pandemici, partono oggi (con le prime somministrazioni già domani) le prenotazioni per la quarta dose del vaccino in Emilia-Romagna.

Come prevedono le direttive nazionali, è riservata a tre categorie: gli anziani dagli 80 anni in su, le persone tra i 60 e i 79 anni se affette da specifiche patologie e gli ospiti delle Rsa, una platea potenziale composta da circa 500mila cittadini.

Già cominciata dall’1 marzo, invece, la somministrazione della quarta dose alle persone gravemente immunodepresse.
Per poter ricevere il secondo booster occorre aver fatto la terza dose da almeno quattro mesi.

Per la somministrazione ogni azienda sanitaria si prepara a partire con cinque percorsi: gli hub vaccinali ancora aperti, le Case della salute, i medici di medicina generale, a domicilio per le persone in regime di assistenza domiciliare o impossibilitate a muoversi da casa e, infine, negli ambulatori di centri specialistici ospedalieri che hanno in carico pazienti con quadri clinici complessi.

 
Inviando questo modulo acconsenti al trattamento dei dati secondo le vigenti norme di Privacy e diritto di autore. Per maggiori informazioni vai alla pagina Privacy e Cookie.

Leave a Reply