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Sono sessanta i cittadini di Cesenatico deceduti per Covid-19. Un lungo rosario di lutti che, in questi ultimi due anni, ha segnato tante famiglie della nostra città.

Ad un anno esatto dalla scomparsa del padre – morto solo, senza il conforto dei suoi cari in un letto del reparto di rianimazione dell’ospedale Bufalini – una giovane donna ha deciso di condividere con noi il suo dolore affidandoci una lettera commovente.

La pubblichiamo per ricordare chi come lui non ce l’ha fatta e – per espressa volontà dell’autrice – anche gli altri 59 cesenaticensi strappati alla vita da questa maledetta pandemia.

 
 
 
 

“15 chilometri la distanza che ci separava dall’ospedale in cui sei stato ricoverato in terapia intensiva.

20 i minuti di auto per arrivare.

Così pochi eppure irraggiungibili, perché a quei tempi non si potevano visitare i malati, almeno quelli come te.

352 era il numero che mi appariva sul telefono quando i medici mi davano tue notizie, lo sognavo la notte, l’aspettavo come si aspetta la risposta dell’oracolo, eppure lo temevo.

Passavo le giornata in casa con un senso di smarrimento e impotenza, perché è così che ti senti: NON PUOI FARE NIENTE.

Attese infinite sperando in un miracolo che non è mai arrivato. L’affanno e la voce debole interrotta dai respiri pesanti mi risuonano sempre nelle orecchie. E’ l’ultimo ricordo che ho di te.

Poi solo lacrime e dolore a chiudere una storia che ancora non riesco a credere di aver vissuto.

Ciao babbo mi manchi”.

 
 
 
 
 
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