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a cura di Federica Gualdani

Il gabbiano a Cesenatico è un po’ una croce delizia. Molto fotografato, ma particolarmente osteggiato per il suo non essere proprio un usignolo. Solo pochi giorni fa è tornato alla ribalta delle cronache per il fantomatico piano di contenimeto che non ha mai portato sensibili cambiamenti. Ma c’è un gabbiano di cui proprio non si può fare a meno. È presente sui social ed è tutt’altro che fastidioso perché è il Gabbiano di Romagna.

Gabbiano di Romagna, diciamocelo, non è che lei sia un animale particolarmente gradito. Almeno da queste parti. Pensa che si tratti di una questione culturale della località o è il gabbiano in quanto tale a non suscitare una particolare ammirazione? E perché, secondo lei?

“C’è una cosa che di voi essere umani non capisco.  Vi sento quando dite: “Eh i pettirossi, quanto sono carini! Oh vedi le rondini, che bello, fanno primavera! Uh i canarini quando sono bravi a cantare, senti”. Ecco io e mio cugino, il piccione, no. Perché? Solo perché sono un po’ monello e “leggermente” aggressivo?
Hai presente quando hai sete e stai per comprare una bottiglietta d’acqua di plastica e ti viene in mente lo sguardo severo ma giusto di Greta Thunberg? Ecco io ho quello sguardo lì, sarà per quello? Vi rompo un po’ le scatole ma alla fine avete un po’ di colpa anche voi”.

Sicuramente essere un gabbiano di questi tempi deve essere davvero complicato. Com’è cambiato il suo rapporto con le persone durante la pandemia?

“Ecco io me lo ricordo quel giorno di marzo del 2020. Ad un certo punto non ci siete stati più. Ugnera nissun in zir! All’inzio è stato pure bello, ma poi mi siete mancati! A chi potevo rubare un pescetto, a chi fregare un po’ di fritto misto? E mi mancava salutare i pescatori quando rientravano in porto. Ho anche pensato che, magari, la pandemia vi faceva pensare un po’ di più che sta Terra bisogna un po’ salvarla, che tutta sta monnezza che produce e poi vi lamentate che me la vado a pappare, poteva essere gestita un po’ meglio. Ma poi ho visto le mascherine sulla battigia, abbandonate e ho capito che ugnera gnint da fè”.

Non vorrei essere assillante, ma mi permetta un’altra domanda. Essendo lei un animale legato al mare, immagino che passerà gran parte del suo tempo sulle spiagge. Non sia timido: quanto sono fastidiosi i turisti che, per tutta l’estate, invadono gli spazi  normalmente riservati a lei?

“Ma no! Alla fine è pure divertente! Ci facciamo delle belle  risate quando dagli scogli gli vediamo la in spiaggia, bianchi come dei lenzuoli, che pian piano si braciolano al sole, oppure quando belli stesi sul lettino si vedono arrivare una pallonata in faccia da un bambino che gioca. Oppure al Marè quando si godono l’aperitivo e io posso rubargli qualche nachos.
Alla fine quando mi scoccio faccio un bel giro alla Bassona. Dopo una distesa di culi nudi (si può dire culi?) c’è la mia riserva naturale”.

Un’ulteriore curiosità inerente al mondo del mare. Di certo avrà modo di ascoltare i pescatori che parlano tra loro. E non potrà fare a meno di ricordare qualche aneddoto particolare o divertente uscito proprio dalla bocca di qualcuno di questi. Potrebbe dirci qual è la storia marinara più strana che abbia mai sentito?

“Io amo raccontare storie, aneddoti e curiosità sul mio profilo iG! Un vecchio pescatore mi ha raccontato la storia di Zigna, un giovane ragazzo pieno di belle speranze che negli anni’30 si era innamorato della figlia del farmacista. Lui era un povero pescatore e sapeva di non avere speranze. Impossibile sposare la Rina, con quali soldi? A Rina Zigna piaceva, gli piaceva quella sua cicatrice sopra il ciglio destro e il sorriso da bambino in punizione.La Rina ogni tanto scappava e lo andava ad aiutare nel lavoro, vestita da uomo. Ma col pescato, anche in 2, si facevano pochi soldi. Una notte accadde un miracolo. Pescarono un enorme pesce luna, lungo 2,5 metri e di oltre 500 kg. Zigna e dovette chiamare tutti i suoi amici pescatori per portarlo a riva. Il ragazzo già pensava a quanti soldi avrebbero potuto fare vendendo tutto quel pesce.  Il pesce, però, non era buono da mangiare, faceva proprio schifo, peggio di un paganello! E ora? Pensò che tutta quella fatica non era valsa a niente. La Rina che, invece, aveva studiato capì che quel pesce valeva una fortuna. Il pesce luna fu comprato a peso d’oro da un ricco mercante, che lo imbalsamò per tenerlo a casa”.

Ultima indiscrezione: parliamo di pesce. Può confidarci quali sono i suoi gusti? esiste una varietà per la quale sarebbe disposto a fare “carte false” e un’altra che proprio non riesce a mandare giù?

“La varietà che preferisco di più è “il fritto misto”! Ah, non è una varietà? Beh però siete pignoli! Per il fritto misto sono disposto a tutto. Quello che mi piace meno è il paganello, lè brot!”

Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

Mi piace farmi gli affaracci vostri!

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