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“Dopo l’approvazione della legge “Salva mare” è indispensabile procedere da subito all’individuazione di isole ecologiche nei porti per dare la possibilità ai pescatori italiani di veder riconosciuto il nuovo ruolo di custodi e pulitori dei fondali marini”. È quanto afferma la Coldiretti Impresapesca nel lanciare un appello alle amministrazioni comunali e alle autorità portuali per dotare gli scali delle infrastrutture necessarie a rendere operativa la nuova normativa.

 
 
 
 

“La legge “Salva mare” prevede in pratica – spiega Fabio Lacchini Responsabile Regionale di Coldiretti Impresa Pesca Emilia Romagna e Presidente della cooperativa armatori e operatori della pesca di Cesenatico – che chi recupera rifiuti di plastica in mare o in acque dolci, come ad esempio i fiumi, non sarà più costretto a ributtarli in acqua, per non essere denunciato addirittura per traffico di illecito di rifiuti, ma potrà portarli in porto per smaltirli. Una novità che riguarda soprattutto i pescatori italiani che potranno così contribuire a tenere puliti i mari riportando a terra la spazzatura recuperata durante l’attività, senza dover rischiare sanzioni o dover pagare tasse per rifiuti speciali”.

 
 
 
 

“La nuova legge rappresenta un modo per valorizzare il ruolo della Flotta Italia di custode dell’ambiente, potendo contare su un “esercito” 12000 imprese e 28000 lavoratori. Ma per sostenere la marineria italiana nel nuovo compito occorre anche creare le condizioni per garantirne un’attività messa oggi sempre più a rischio dagli effetti della guerra in Ucraina con i rincari del gasolio per i pescherecci che hanno portato molti armatori a tagliare le uscite in mare per non dover lavorare in perdita”.

“Ma a pesare sono anche – conclude Coldiretti Impresapesca – le scelte dell’Unione Europea che hanno portato a una riduzione dell’attività di pesca per un corposo segmento produttivo della flotta peschereccia nazionale a poco più di 120 giorni, pari ad un terzo delle giornate annue, portandola di fatto sotto la soglia della sostenibilità economica e facendo sparire dai banchi di mercati il prodotto Made in Italy, sostituendolo con quello straniero”.

“Nel nostro territorio stiamo vivendo ad oggi problematiche condivise in tutte le città interessate dell’economia della pesca: flotte datate e da rinnovare, difficoltà nel trovare e assumere personale disponibile, un mercato compromesso dalla pandemia e da una forma di diseducazione alimentare – conclude Lacchini”

“E’ imprescindibile adottare misure di welfare idonee al comparto e a promuovere iniziative tese a rilanciare il consumo di prodotti ittici italiani attraverso accordi di filiera e piani di comunicazione adeguati”. Massimiliano Bernabini Presidente di Coldiretti Forlì – Cesena sottolinea “l’importanza del consumo del Made in Italy e del km0 all’insegna del concetto di stagionalità emerge in ogni settore della nostra economia: ancora una volta si evidenzia quindi la necessità di promuovere iniziative quotidiane per il consumo sano ed equilibrato del prodotto locale.”

 
Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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