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E’ stato condannato ad un anno di reclusione (pena sospesa) e al pagamento di 1000 euro il 70enne commerciante di Cesenatico che, nel novembre del 2018, istigò la feroce aggressione ai danni di Angelo Soragni Junior, noto in città anche per essere stato presidente del consiglio comunale. L’uomo era finito alla sbarra per i reati di stalking e per essere l’istigatore dell’aggressione nei confronti del legale (materialmente perpetrata dal figlio 41enne). 

Soragni fu aggredito quasi quattro anni fa nel suo studio legale in viale Roma a Cesenatico solo per aver accettato di difendere in tribunale una commessa che si era rivolta a lui per il recupero di crediti da lavoro dipendente, maturati nel negozio di abbigliamento di viale Carducci. Seconda la giovane, infatti, il titolare le doveva oltre 4000 euro di stipendi arretrati.

 
 
 
 

Dopo il decreto ingiuntivo (non pagato dal commerciante) Soragni aveva ottenuto un’ipoteca sul negozio e in seguito, considerando l’ostinazione del commerciante a non saldare la commessa, aveva avviato la procedura di espropriazione immobiliare.

Da quel momento erano iniziati gli atti intimidatori da parte del titolare del negozio che aveva più volte minacciato Soragni fino ad indurre il figlio, nel novembre 2018, ad aggredirlo fisicamente nel suo studio.

 

 

 
 
 
 

L’uomo entrò nell’ufficio di Soragni afferrandolo alla gola e, solo dopo alcuni attimi di terrore, l’aggressione terminò. Nella colluttazione venne strattonata anche la commessa, alla quale il commerciante aveva sottratto il cellulare per impedirle di chiamare il 112. L’avvocato quello stesso giorno si recò al pronto soccorso dove gli venne diagnosticato un trauma cranico e contusioni multiple al torace, al dorso e all’addome, giudicate guaribili inizialmente in 15 giorni, poi arrivati a 75 con i referti medici successivi.

L’aggressore ammise le colpe e patteggiò, nel 2019, in tribunale a Forlì un anno, 10 mesi e 20 giorni di reclusione (pena sospesa), per i reati di lesioni personali aggravate, rapina, minaccia, danneggiamenti e violazione di domicilio. Nei giorni scorsi è arrivata anche la condanna del padre dell’aggressore ritenuto il “mandante” di quell’increscioso episodio.

 
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