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Gli indennizzi ai bagnini? Calcolati in base ai registri contabili. Sarebbe questa la novità saliente contenuta nel testo portato ieri in commissione Senato dal vice-ministro Picchetto sulla spinosa questione delle concessioni balneari all’asta. Un testo che scontenta la categoria dei balneari che ha parlato di “documento dell’Esecutivo fortemente penalizzante”.

Il Governo, come noto, vorrebbe arrivare ad una sintesi entro il 31 maggio (Draghi ha già annunciato che, sul tema, è disposto a chiedere la fiducia), ma intanto si intrecciano le posizioni discordanti dei vari gruppi parlamentari con più o meno efficaci tentativi di mediazione ed una Giorgia Meloni che, arroccata solitaria all’opposizione, lancia strali sull’Esecutivo parlando di “esproprio di Stato” e di “favori alle lobby economiche straniere”.

 
 
 
 

Un passaggio importante è la possibile proroga delle aste di un anno (al 31 dicembre 2024) nel caso di contenziosi (ed è scontato che ce ne saranno tanti…) ma, come detto, il punto focale dell’emendamento è l’indennizzo a favore delle aziende balneari che non otterranno il rinnovo della concessione.

Secondo il Governo, infatti, dovrà essere calcolato “sulla base delle scritture contabili o su una perizia giurata redatta da un professionista abilitato che ne attesti la consistenza”. Indennizzo che dovrà essere parametrato “alla perdita dell’avviamento connesso ad attività commerciale o di interesse turistico, del valore residuo dei beni immobiliari oggetto di investimenti per l’esercizio dell’impresa”.

 
 
 
 

In pratica, per ottenere indennizzi elevati, i bagnini dovranno aprire i registri contabili e dimostrare, fatture alla mano, il loro reddito effettivo. Una scelta che, a più livelli, ha scatenato la rabbia della categoria. Da Rimini la cooperativa bagnini parla di “vergogna” e di “presa in giro” perché – dicono – “il Governo alla fine vuole solo riconoscerci il valore di ombrelloni e di lettini”, senza tenere conto “della professionalità e del lavoro svolto in questi anni”. Se le spiagge hanno un valore – dicono i bagnini – “il merito è del sudore che abbiamo versato dal dopoguerra ad oggi”.

 

 

 
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