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E’ ancora allarme acqua in tutta la Regione, dove si registra la siccità peggiore degli ultimi 70 anni. Il mare è ormai stabilmente entrato nel delta del Po e il cuneo salino mette a rischio colture e un intero settore agroalimentare.

L’approvvigionamento idrico dei comuni della riviera, per quest’estate, sarà garantito dall’invaso di Ridracoli, ma migliaia di chilometri di terreni coltivati a grano e mais rischiano di essere irreversibilmente danneggiati.

La proclamazione dello stato di emergenza dello scorso 4 luglio ha certificato la crisi, ma le soluzioni restano ancora enigmatiche. Perché c’è solo un rimedio a questo drammatico fenomeno: le piogge che non arrivano. Anche questa settimana si parla di caldo record in tutta l’Emilia Romagna e per le precipitazioni bisognerà attendere ancora.

 
 
 
 
 
 
 
 

Coldiretti, nei giorni scorsi, ha lanciato l’allarme: “La siccità, con il mare che entra nel Po facendo avanzare nelle aree interne il cuneo salino, minaccia il 30% dell’agroalimentare made in Italy prodotto nel bacino della Pianura Padana e la metà dell’allevamento”. Ad oggi si stima quasi il dimezzamento del raccolto di mais e foraggi per allevamenti ed un -30% per frumento duro per la pasta nelle regioni del sud, un calo di oltre un quinto delle produzioni di frumento tenero, un terzo in meno della produzione di riso ed un -15% per frutta “bruciata” da temperature ormai stabilmente tra i 35° ed i 40°. Soffre anche il settore dei mitili: un quinto di cozze e vongole rischiano la morte per mancanza di ricambio idrico nel Delta del Po.

 
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