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E’ ancora presto per parlare di “tempesta perfetta” ma certo è che, con i casi in preoccupante risalita, anche il settore del turismo comincia a preoccuparsi.

Sempre più numerose le disdette negli alberghi e con tante strutture col personale contato, basta uno chef in quarantena per mettere in crisi l’intera attività (in aumento, un po’ dovunque, le assunzioni temporanee dei familiari).

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In tanti hotel di Cesenatico è tornata la mascherina negli spazi comuni così come i prodotti igienizzanti in ogni angolo.

La situazione non è ancora da allarme rosso per tre ragioni: la prima è che il nostro modello di turismo è proiettato verso gli spazi aperti e dunque la spiaggia resta sempre il luogo più sicuro contro il virus. La seconda è che i flussi di turisti quest’anno sono particolarmente elevati, anche meglio – dicono i dati – dell’estate del 2019, l’ultima pre-Covid. La terza è che Omicron 5, per quanto contagiosa, sembra meno virulenta di altre varianti e, per la maggior parte dei pazienti, tutto si risolve con un po’ di tosse e qualche linea di febbre.

Il dato delle terapie intensive, infatti, è più o meno stabile (46 ricoverati negli ospedali dell’Emilia Romagna, solo 2 al “Bufalini” di Cesena) e l’età media dei ricoverati resta piuttosto alta (75,5 anni).

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