Arpae interviene sul caso anomalo di alghe avvistate a Cesenatico. “Arpae – si legge in una nota – è intervenuta prelevando alcuni campioni, dai quali è emersa un’abbondante presenza di una microalga assolutamente innocua per le persone, denominata Fibrocapsa japonica”.
“Fibrocapsa japonica è un’alga microscopica unicellulare appartenente alla famiglia delle Raphydophyceae. È costituita da una cellula ovoidale (20-30 µm di grandezza) provvista di due flagelli che utilizza per effettuare spostamenti verticali lungo la colonna d’acqua. La prima segnalazione della sua presenza nelle acque marine italiane, e in Adriatico, risale al 1994 (nel Mediterraneo era già presente da due decenni) e da allora ricompare con una certa regolarità anche lungo il litorale emiliano-romagnolo, in particolare nella fascia centro-meridionale caratterizzata da salinità più alte. È presente in molte altre parti dei litorali italiani, del Mediterraneo e dei mari extramediterranei. Il fenomeno si manifesta nei mesi estivi (luglio e agosto) ed è caratterizzato da un progressivo intorbidimento dell’acqua entro i primi 200 metri da riva”.
“Le condizioni ideali per la proliferazione di questo microrganismo sono: alte temperature dell’acqua (25-27 °C) mare calmo, cielo sereno. Quando il fenomeno è in atto, la colorazione dell’acqua assume tonalità che vanno dal rosso al marrone. Spesso il fenomeno si manifesta a giorni alterni. Può capitare che al mattino l’acqua risulti limpida o appena velata dalla classica torbidità; poi, verso mezzogiorno, la torbidità aumenta e l’acqua comincia a colorarsi. Sovente, quando il fenomeno riguarda la fascia costiera, si forma una striscia colorata larga qualche decina di metri ed estesa per centinaia di metri, permane fino al tardo pomeriggio/sera e può spostarsi in funzione dei venti e delle correnti. Basta una mareggiata a disperdere la biomassa microalgale e il fenomeno scompare temporaneamente. Non sono mai stati rilevati problemi di tossicità di questa microalga nei confronti dell’uomo e della fauna marina. Arpae sta svolgendo ulteriori indagini in laboratorio per definire le caratteristiche delle acque campionate.
probabilmente la presenza è dovuta alla carenza di pioggia che produce un innalzamento delle temperature dell’acqua. Un fattore che favorisce la proliferazione di alghe.