La fine ormai annunciata del Governo Draghi – che certo non è mai stato considerato un “amico dei bagnini” – non salverà gli stabilimenti balneari dalle aste europee del 2023.
Il ddl concorrenza, che conteneva il riordino del demanio marittimo, è infatti stato approvato solo al Senato e avrebbe dovuto essere votato alla Camera il prossimo 27 luglio, ma a questo punto non è affatto scontato che ciò avvenga.
Il problema è che sulle concessioni balneari pende comunque la scadenza perentoria del 31 dicembre 2023 imposta dal Consiglio di Stato, e chiunque arriverà dopo Draghi, non avrà abbastanza tempo per lavorare a una riforma adeguata alla complessità del tema. E dunque, a meno di clamorosi sviluppi, ad oggi sembra improbabile che si arrivi ad un rinvio delle aste demaniali.