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Ha destato scalpore – e anche qualche legittima perplessità – l’ordinanza firmata dal sindaco Gozzoli che, nel pieno della stagione estiva, ha imposto la chiusura di piscina e solarium ad un albergo di viale Tiziano a Valverde.

Vero è che il primo cittadino ha semplicemente ratificato un atto dettato dall’Ausl, ma l’estrema severità del provvedimento (con tanto di inevitabile pubblicazione nell’albo pretorio) sembra stridere un po’ con la natura e l’entità delle carenze riscontrate nel sopralluogo dell’Ausl. Si parla infatti di pavimentazione giudicata “irregolare” oltre alla presenza “di parti sporgenti, insicure e difficili da mantenere pulite”. E ancora si fa riferimento a elementi di distacco per quanto riguarda la pavimentazione sia attorno che a bordo vasca. Insomma, un restyling forse non eseguito a regola d’arte, ma certo nessuna carenza igienico-sanitaria o qualche altra grave mancanza tale da mettere in pericolo la salute dei clienti.

 
 
 
 
 
 
 
 

E così, puntuale, è arrivata la replica del rappresentante della struttura alberghiera di Valverde: “In primis – scrive – intendo replicare evidenziando come la vicenda debba essere oggetto di ulteriori approfondimenti che verranno svolti nelle opportune sedi, giudiziarie e non, atteso che, peraltro, l’ordinanza in parola è impugnabile in sede amministrativa entro 60 giorni dalla notifica. Ciò detto, entrando nel merito della vicenda, contestiamo fermamente ciò che è stato dichiarato dagli ispettori dell’Ausl intervenuti sul posto in quanto gli stessi hanno rappresentato una situazione di fatto che sarà facile sconfessare all’esito di idonea perizia giurata già disposta dalla gestione dell’hotel. Potrei dilungarmi evidenziando come, in sede di accertamento, non sia stato fatto alcun cenno rispetto alle presunte criticità che hanno dato origine all’ordinanza del sindaco Gozzoli; potrei, altresì, dilungarmi evidenziando come l’amministrazione comunale, nel corretto esercizio dei propri poteri, avrebbe potuto approfondire l’accertamento prima di emettere un provvedimento che, visto il periodo, si appalesa come particolarmente coercitivo per un’azienda del settore turistico nel momento più caldo della stagione; potrei invitare l’amministrazione comunale a chiedere ulteriori accertamenti che non potranno che sconfessare quanto riferito nel primo superficiale sopralluogo; ma non farò tutto questo!

Mi limiterò a contrastare questo abuso con tutti i mezzi possibili, ma, nel mentre, chiedo, a gran voce, che lo stesso metro di valutazione e la stessa leggerezza d’animo, trovi applicazione a fronte di un attento accertamento da svolgersi su tutti i marciapiedi comunali, compresi quelli di viale Carducci, oltre che su gran parte delle pubbliche vie del territorio comunale che rappresentano (quelle sì) una grave insidia per cittadini e turisti”.

“Chiaro che quest’ultima richiesta non potrà trovare accoglimento in quanto non è comodo mettere in luce le criticità che affliggono la nostra città; tuttavia spero che questa replica – conclude – possa servire alla pubblica amministrazione al fine di porre rimedio ad un increscioso errore di valutazione che, in sede gerarchica, potrebbe trovare una rapida soluzione evitando l’aggravarsi di un danno che, già oggi, si appalesa come particolarmente ingente per la società che rappresento. Mi aspetto che l’amministrazione cerchi un confronto rispetto al quale rimango sempre e comunque disponibile”.

 

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