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Nella giornata di mercoledì 12 ottobre alcune classi II e IV dell’ITE Agnelli e del Liceo Enzo Ferrari di Cesenatico hanno preso parte al progetto “Filo rosso”: un dialogo sulla violenza di genere che si è tenuto al Palazzo del Turismo, presieduto dall’avvocato Daniela Casali e dalla psicologa Roberta Orlandi, insieme all’assessore alle politiche giovanili e pari opportunità (nonché vice-sindaco) del Comune di Cesenatico, Lorena Fantozzi.

 
 
 
 
 
 
 
 

Il momento, svolto nel pomeriggio, ha avuto lo scopo di sensibilizzare e informare. Coscienza e pensiero vanno a braccetto in una conferenza che è anche uno scambio bilaterale di punti di vista, storie e racconti sulla vita reale. Problematiche (troppo) spesso non considerate, di cui ci si rende conto solo quando ormai è troppo tardi, si trasformano in vere e proprie tragedie. Ma fermale è possibile, spiegano Daniela e Roberta, ognuna con gli strumenti propri del campo: legge e psicologia.

Un primo viaggio attraverso la legislatura italiana ha fatto emergere tutte quelle norme che riconoscono e sanzionano le violenze di genere. A livello fisico, psicologico, sessuale, economico e molto altro. Chiari esempi di come quella che si definisce comunemente “violenza” (“di genere”, in questo caso) pervada ormai tutti gli ambiti della vita quotidiana.
Dati e statistiche dimostrano come questi comportamenti siano al (dis)ordine del giorno. Di come i femminicidi si susseguano in maniera ripetuta e seriale. Nonostante i provvedimenti che garantiscono tutela e sicurezza. La carrellata in materia giuridica ha attraversato anche la dimensione storica: da quando la violenza era quasi un diritto/dovere per mantenere l’ordine a quando si è cominciato a capirne la natura profondamente ingiusta. Addirittura partendo dal mito, in cui gli ambiti più bassi della vita morale portano il volto di donna.
L’indagine psicologica, invece, ha analizzato nel dettaglio le diverse dinamiche di violenza: dalla parte dell’aggressore e della vittima. Ha messo in luce come agiscono, nella maggior parte dei casi, le personalità manipolatrici e come reagiscono le persone che ne subiscono gli effetti. Roberta ha spiegato come si dia origine ad un vero e proprio ciclo di cattiveria e inadeguatezza dal quale diventa sempre più difficile uscire con il passare del tempo. Un meccanismo preciso, coerente, che sfocia sempre in catastrofe. Ragazzi e ragazze si sono trovati faccia a faccia con una realtà che li riguarda già molto da vicino.
E poi la parola passa alle classi: domande, interventi, riflessioni (e qualche provocazione) emerse dai discorsi delle esperte e dai filmati inerenti proposti agli studenti. Non si va alla ricerca di un colpevole: ci si interroga sui perché, si parla di episodi di attualità, si fornisce la propria visione di “consapevolezza” e “responsabilità”.
Le voci si intrecciano. Come un filo rosso.
 
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