Si chiama Oasi Desirèe, ma non è solo “un’insegna”. Quando si varca il cancello d’ingresso si entra in un vero e proprio paradiso, immerso nella natura, dove le tante specie animali convivono insieme e le differenze vengono abbattute.
Un’oasi dove sono gli animali a insegnare che la libertà porta a costruire equilibri e ad abbattere barriere, che talvolta fanno parte solo dell’essere umano.
L’oasi è aperta al pubblico da 4 anni, “ma è sempre esistita – spiega l’ideatrice Desirée Fattori – Recuperiamo animali da situazione di maltrattamenti, sevizie, dalla brutalità che talvolta solo l’uomo può attuare”. E proprio all’oasi gli animali ritrovano una vita, ognuno ha un proprio nome, un pasto e una “casa” dove dormire.
Oche, galline, anatre, pecore, asini, cavalli, cani, gatti, il pavone “Fighetti”, maialini e conigli, tanti animali che vengono sostenuti dalle donazioni dei cittadini, dalla vendita di uova, pomodori… e del calendario “che a breve sarà pubblicato e messo in vendita da dicembre – spiega Desirée che in questa “missione” è affiancata da Alessia, dal marito Milvano, da nonno Oscar e nonna Laura e zia Isora – Inoltre abbiamo necessità di volontari, di persone che vogliano dedicare un po’ del loro tempo agli animali, in un’oasi dove hanno ritrovato libertà e dignità”.
Inoltre l’oasi è aperta a offerta libera.
Poi un altro appello: “Sarebbe importante sensibilizzare l’Ausl per attribuire alle oasi un codice diverso da quello degli allevamenti – spiega Desirèe – Si tratta di codici necessari in caso di epidemia, ma le oasi sono nettamente diverse dagli allevamenti”.
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