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E alla fine volano gli stracci fra Francesca Amadori e l’azienda di famiglia. La nipote del fondatore della famosa azienda avicola, Francesco, e figlia di Flavio, licenziata alla fine dell’anno scorso, ha infatti deciso di portare il gruppo industriale cesenate in tribunale. Un modus operandi storicamente inedito per l’azienda Amadori che aveva sempre avuto un solido imprinting familiare.

 
 
 
 
 
 
 
 

Ma quella lettera di licenziamento non è proprio andata giù a Francesca (responsabile della comunicazione del gruppo) e così il prossimo 13 dicembre, davanti alla sezione lavoro del tribunale di Forlì, si aprirà il processo scaturito dal ricorso a quel provvedimento.

Normale ripicche familiari? Non proprio perché i legali di Francesca – messa alla porta dopo 18 anni di lavoro – ci sono andati giù duro e, nella loro linea difensiva, hanno deciso di puntare sulla “Discriminazioni di genere” ed affidare una relazione alla consulente del lavoro Sonia Alvisi, che ha evidenziato un’impressionante anomalia all’interno dell’azienda Amadori. Secondo Alvisi “i numeri mostrano uno squilibrio di genere quanto all’accesso alle carriere, alle promozioni e passaggi di qualifica e alle retribuzioni”.

Secondo i dati relativi alla fine del 2017, su 583 addetti di Amadori 208 erano donne, ma i 22 dirigenti dell’azienda erano tutti maschi. Uno squilibrio confermato anche nel mondo dei cosiddetti “quadri”: a fronte di 55 uomini, le donne erano appena 5. Indice puntato anche contro il gap retributivo: la media degli stipendi del personale maschile è di 77.511 euro, mentre le donne si fermano a 59.500 euro. Questa penalizzazione economica – secondo la relazione di Sonia Alvisi – avrebbe colpito anche Francesca Amadori. E, sulla scorta di queste considerazioni, l’Ufficio regionale per le Pari opportunità ha deciso di partecipare al processo a sostegno delle contestazioni fatte dalla ricorrente.

L’azienda ovviamente ribatterà punto su punto alle accuse ricordando che il licenziamento di Francesca è stato deciso dai vertici aziendali per un’improvvisa serie ininterrotta di assenze dal lavoro, senza fornire alcuna spiegazione.

 
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