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Domenica prossima (dalle ore 10.30) i cittadini della frazione di Villalta, insieme al sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli, alle autorità civili e militari, alle associazioni combattentistiche e d’arma, si ritroveranno al monumento dedicato ai Caduti per la Patria per commemorare i militari e i civili uccisi nei due conflitti mondiali e ribadire con forza, oggi più che mai, l’orrore della guerra. 

L’appuntamento è, come sempre, in via Cesenatico, angolo via Caduti di tutte le guerre, con la celebrazione della Messa presieduta dal parroco don Giovanni Barduzzi (in caso di pioggia la Messa sarà celebrata nella chiesa parrocchiale).

In segno di riconoscenza e partecipazione, il comitato “Il Mulino”, invita i cittadini di Villalta a esporre domenica, nelle case della frazione, la bandiera italiana.

 
 
 
 
 
 

L’iniziativa è promossa dal comitato culturale “Il Mulino” e dalla parrocchia per “rendere omaggio a tutti quei giovani che hanno combattuto, spesso lontano da casa, e sacrificato la loro vita contro chi ha seminato morte e distruzione nel nostro Paese e in Europa”.

“Quest’anno – dicono i promotori – ricorderemo con riconoscenza il sacrificio del fante Umberto Siboni, nato l’1 marzo 1922 e morto a soli vent’ anni, insieme a tutti i suoi compagni, l’11 dicembre 1942 a Filonova, una città della Russia meridionale. Nato a Savio di Cervia, insieme al papà Raffaele, alla mamma Assunta Toschi e ai fratelli Celeste, Angelo e Gugliemo si traferì a Cannucceto nel 1940, lì dove lo raggiunse il telegramma che gli intimava di presentarsi presso il comando più vicino per essere arruolato”.

“Le sue spoglie, che la nipote Raffaella desidera riportare nella tomba di famiglia nel cimitero di Cesenatico, sono rimaste in Russia, sepolte in una fossa comune, fino agli inizi degli anni 2000, per essere poi rimpatriate, all’insaputa della famiglia, in Italia e oggi riposano nel  tempio-sacrario di Cargnacco in provincia di Udine. Domenica – concludono i promotori – sarà l’occasione per onorare il sacrificio di Umberto e di molti altri giovani che hanno lasciato tutto, affetti compresi, per consegnarci un Paese libero”.

 
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