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La nuova canzone di Jaro A.K.A. Bovaro non le manda certo a dire. Il rap diventa un modo per fare arrivare a tutti un preciso messaggio. Una storia che si racconta non solo attraverso la musica. Il brano, R.r.g. venuto alla luce con la partecipazione dell’artista Edgar Allan Pop, narra di una realtà sempre più concreta e preoccupante: le baby gang, la delinquenza giovanile e lo sbaraglio verso cui sta tendendo un’intera generazione di ragazzi. Inutile andare alla ricerca di colpevoli. Ma forse c’è un enorme errore di fondo che troppo spesso si preferisce trascurare.

 
 
 
 
 
 
 
 
jaro baby gang

«La canzone – racconta Jaro – denuncia un fenomeno che sta diventando quasi una moda: sempre più ragazzi dei giorni nostri prendono come esempio ciò che vedono online senza saper distinguere il vero dal falso. La musica è l’esempio più calzante. Moltissimi rapper e trapper elogiano la malavita nei loro video e nelle loro canzoni. Ma si tratta di attori. Persone che interpretano un ruolo. È disarmante vedere come, nonostante ciò, gran parte dei giovani sia portata a seguire tutto quello che vede senza effettuare questa importante distinzione. Davvero sono convinti che i malavitosi, quelli veri, sarebbero disposti a raccontare la propria vita all’interno di un video musicale?».

edgar allan pop

«La mia canzone vuole dire questo: basta paragonarsi a modelli irreali, non c’è nulla di bello nella criminalità. Le persone che “operano il male” sono prese come esempio gloriosissimo, dal quale non si può affatto prescindere. Io stesso, realizzando anche video per diversi nuovi – artisti, rimango allibito: sono del tutto sconnessi dalla realtà. Ignorano la legge. Non danno nessun valore ai rapporti, diventati ormai solamente virtuali. Il mio intento non è di certo quello di insegnare la vita agli altri, chi sono per farlo? Ma è anche inutile continuare a raccontarsela e fingere che stia andando tutto a gonfie vele».

L’artista si chiede cosa ci sia da imitare in modelli sbagliati, perché sia necessario fingere di essere qualcun altro. Talvolta senza nemmeno rendersi conto di andare incontro a situazioni ridicole e del tutto fuori contesto.

«È normale che i grandi dell’industria pensino a guadagnare. Ma il rap è una cultura che serve per dare voce ai disagi interiori. Non un’ideologia nata per emulare i delinquenti».

Conclude Jaro: «Il mio è un pezzo scritto con il cuore, nato da una chiacchierata al pub Maraffa proprio qui a Cesenatico. L’ultima cosa che voglio è puntare il dito contro qualcuno. Ma anche aprire gli occhi su situazioni di questo tipo può essere un passo concreto verso il cambiamento».

 

 
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