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Sedici anni di reclusione oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici a cui si vanno a sommare 50mila euro di provvisionale per la moglie e15mila per la figlia.

È la condanna inflitta dal collegio penale del Tribunale di Ravenna al cuoco ultra-quarantenne del Ravennate, fermato dai carabinieri del nucleo Investigativo all’alba del primo ottobre 2021 con l’accusa di tentato omicidio pluriaggravato, maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti della consorte dalla quale si era separato.

 
 
 
 
 
 
 
 

Secondo quanto delineato dalla Procura di Ravenna, l’uomo non solo aveva cercato di avvelenare l’ex offrendole ogni giorno da qualche settimana una tazzina di caffè corretto con un farmaco anticoagulante, che la donna già assumeva sotto prescrizione medica e che dunque era in grado potenzialmente di provocarle emorragie se in sovra-dosaggio. Ma aveva iniziato pure a somministrare un vasodilatatore con il possibile obiettivo di rendere tali eventuali emorragie inarrestabili. Le manovre del cuoco erano state documentate attraverso intercettazioni video.

Le indagini sul suo conto erano scattate quando la donna, insospettitasi sia per le improvvise premure dell’ex che per il cattivo sapore del caffè, si era rivolta ai carabinieri. Nella denuncia aveva inoltre riferito che l’ex la obbligava a rapporti sessuali minacciandola, in caso contrario, di farle venire meno la quota mensile del mantenimento, circa 300 euro. L’imputato da parte sua ha sempre respinto gli addebiti sostenendo che con quelle pasticche voleva solo tranquillizzare la donna per farle seguire la giusta terapia. E che non aveva mai aveva preteso rapporti sessuali da lei.

 
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