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Che quegli aumenti in bolletta non fossero tutta colpa di Putin l’avevamo già capito. Adesso, però, il sospetto diventa indizio visto che – dopo la raffica dei maxi-aumenti unilaterali imposti dalle aziende di luce e gas – l’Antitrust ha aperto un procedimento per vederci chiaro.

L’indagine è decollata dopo una serie di esposti delle associazioni dei consumatori. E così, dopo aver esaminato i dati di 25 aziende e di un totale di circa 7 milioni di consumatori, l’Antitrust ha detto stop.

 
 
 
 
 
 
 
 

L’atto, tuttavia, non è una prova di colpevolezza. Le aziende, infatti, ora avranno una settimana di tempo per dimostrare, nero su bianco, la legittimità dei loro comportanti. Nel caso in cui, però, non riuscissero a dimostrare la congruità dei provvedimenti presi, gli aumenti dovranno essere cancellati e si dovrà tornare ai prezzi applicati prima del 10 di agosto.

Secondo l’istruttoria condotta dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) contro le sette imprese che dominano i servizi di forniture di energia elettrica e gas naturale, sarebbero 7 milioni i consumatori, i condomini e le piccole imprese che avrebbero subito aumenti illegittimi delle bollette dell’energia da parte di Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie.

Hera sul provvedimento cautelare subito ha fatto sapere che “Ritiene di aver sempre operato in modo conforme alle norme e nel pieno rispetto degli impegni contrattuali con i propri clienti, proponendo rinnovi delle condizioni economiche solo qualora le stesse fossero in scadenza”.

 
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