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Calano nell’area cesenate le interruzioni volontarie di gravidanza. Un trend che dura ormai da diversi anni generato, soprattutto, da una maggiore educazione sui metodi contraccettivi e da un’educazione sanitaria sempre più estesa.  

All’ospedale “Bufalini” di Cesena, nel corso del 2021, sono state effettuate 213 interruzioni volontarie di gravidanza (1.153 è il dato romagnolo) e, di queste, il 60,2 per cento ha scelto l’aborto farmacologico, ovvero l’uso della pillola Ru486 a scapito dell’interruzione chirurgica (non è così nella media nazionale che si ferma al 31,9 per cento).

 
 
 
 
 
 
 
 

Ricordiamo che, per il momento, la somministrazione della Ru486 avviene solo in ospedale. C’è in corso, tuttavia, una verifica di fattibilità per stabilire se anche nei consultori ci sia la disponibilità delle risorse professionali, degli spazi, ma soprattutto della gestione dell’emergenza. La Ru infatti può dar luogo ad emorragie o a reazioni negative.

La maggior parte delle donne che hanno fatto ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza è nubile (56,2 per cento), occupata (il 53,1 per cento), ha già un figlio (il 61,5 per cento) e una istruzione superiore (per il 63,7 per cento).

 
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