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Il deprezzamento degli edifici ad uso turistico, sulla riviera romagnola, è uno dei temi più enigmatici del mercato immobiliare. Nonostante il settore della vacanza viva un’era di grande salute, con dati di arrivi e presenze sempre in crescita, il valore degli alberghi è sceso sensibilmente, così come quello di tutti gli immobili del comparto turistico.

Non fanno eccezione le colonie che registrano in questi giorni un caso emblematico, quello dell’ex colonia a Pinarella di cui il Comune di Cesena è proprietario e di cui sta per perfezionare l’alienazione dopo 16 anni di aste andate a vuoto.

 
 
 
 
 
 
 
 

Ebbene, alla fine, l’edificio di viale Italia sarà venduto ad un terzo del prezzo che si aveva in mente di incassare inizialmente: dai 2,1 milioni di euro iniziali, infatti, la casa colonica sarà ceduta per 738.200 euro, una cifra talmente al ribasso che qualcuno a Cesena ha storto il naso parlando di “svendita” e di “cessione improvvida”.

In realtà, due sono le correnti di pensiero: secondo l’amministrazione comunale di Cesena era il mercato immobiliare del 2007 ad essere “distorto e drogato”, secondo altri, invece, sono le stime del 2023 ad essere incongrue poiché “troppo condizionate dal numero elevato di immobili finiti in questi anni all’asta”.

La verità sta, con ogni probabilità, nel mezzo anche se, per quanto degradata e diroccata, vendere una struttura composta da due edifici con un volume di 7.250 metri cubi complessivi ed una superficie di 3.900 metri quadrati a quello cifra sembra davvero un ritorno agli anni 90. Secondo gli uffici comunali del settore Patrimonio “giganti del genere, in cattivo stato di conservazione, non sono appetibili” ma, al di là delle rispettive opinioni, non c’è dubbio che l’acquirente – un privato della zona del Rubicone – stia per fare un bell’affare.

 
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