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La Corte di Giustizia Europea (CGE) ha dichiarato che il cannabidiolo non è da considerarsi una sostanza psicotropa capace di provocare dipendenza.

Il che, c’è da immaginarselo, comporta precise conseguenze per il commercio di questo cannabinoide in tutto il territorio europeo, Italia compresa.

Questo ha permesso, infatti, una crescita considerevole della vendita di cannabis light online e altri prodotti a base di CBD.

Ecco perché, con il proposito di fare maggiore chiarezza, in questo articolo parleremo della situazione attuale del cannabidiolo in Italia e in Europa.

Il CBD è legale? Ecco come stanno le cose

La sostanziale differenza tra il CBD e il THC

Perché la cannabis è spesso vittima di pregiudizi?

La ragione è, in realtà, molto semplice: capita spesso che il CBD venga confuso con un’altra sostanza molto conosciuta della marijuana: il tetraidrocannabinolo o, più semplicemente, THC.

Ma c’è una sostanziale differenza tra i due cannabinoidi: uno è psicoattivo, l’altro no.

Per psicoattivo (o psicotropo) intendiamo qualcosa che è capace di influenzare lo stato mentale di un individuo: ed è proprio questo il ruolo del THC, specie se assunto in grandi quantità e senza controllo.

Per quanto concerne il CBD, invece, esistono numerosi studi che sembrerebbero aver evidenziato alcune potenzialità benefiche in campo medico, ovvero per trattare il dolore cronico, i disturbi del sonno, l’ansia e la depressione, per citare alcuni esempi.

Ma non è solo la scienza a difendere il CBD.

Ecco perché, con il proposito di fare maggiore chiarezza, in questo articolo parleremo della situazione attuale del cannabidiolo in Italia e in Europa.

 
 
 
 
 
 
 
 

Il CBD non sembra avere un effetto psicotropo: ecco il parere della Corte di Giustizia Europea

Come abbiamo anticipato all’inizio di questo articolo, nel 2021 la Corte di Giustizia Europea aveva sentenziato che gli Stati membri non potevano più vietare il commercio di prodotti contenti CBD, in quanto quest’ultimo non è ritenuto pericoloso per la salute dell’uomo.

In particolare, il caso in cui due commercianti erano stati accusati di aver venduto dei liquidi elettronici contenenti CBD ricavato da piante intere di canapa in Francia.

Dopo una severa multa e una pena sospesa, la Corte d’appello francese di Aix-en-Provence ha deferito il caso alla Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE). In questa sede la CGUE ha analizzato la situazione, interrogandosi se effettivamente il CBD estratto da piante di canapa intere potesse effettivamente agire come psicotropo.

In caso di risposta affermativa, la Francia ne avrebbe dovuto vietare immediatamente la vendita. Ma, basandosi sulle leggi europee sulle droghe risalenti agli anni ’60 e ’70 in cui il cannabidiolo non viene mai menzionato, quest’ultimo ‘viene scagionato’ da ogni accusa. Di fatto, non ci sono dati scientifici che confermino la tesi secondo la quale questo cannabinoide abbia un effetto psicotropo o nocivo sulla salute umana.

Ma non è tutto.

Data la sua mancanza di effetti psicotropi, la CGUE ha stabilito che il CBD non dovrebbe rientrare nella definizione di sostanza stupefacente in quanto tale. Dopo questa decisione, la Commissione Europea ha dunque deciso di riprendere a esaminare i prodotti alimentari contenenti CBD.

Ad ogni modo, permane un certo grado di ambiguità dovuto al ruolo del THC, che può essere presente nei prodotti a base di CBD, seppur in dosi minime.

Bisogna tenere presente, infatti, che ogni nazione adotta una giurisdizione diversa in merito. È opportuno citare il caso dell’Irlanda in cui, ad esempio, anche le tracce di THC sono severamente vietate.

A questo punto la domanda sorge praticamente spontanea: qual è la posizione dell’Italia in merito?

cannabis marijuana carabinieri

Ecco lo status legale del CBD nel Belpaese

Seppur all’inizio possa sembrare complessa, la situazione del CBD in Italia è abbastanza semplice.

Il problema nasce dal fatto che nel nostro Paese il cannabidiolo non è effettivamente regolamentato. Ma andiamo con ordine.

Partiamo dal presupposto che il CBD non rientra all’interno della Tabella dei Medicinali in del D.P.R. 309/90 in cui sono classificate tutte le sostanze capaci di provocare dipendenza.

Stando così le cose, i farmaci contenenti questo cannabinoide faranno riferimento alla normativa vigente sui medicinali non psicotropi. In altre parole, non verrà riservato lo stesso trattamento per il THC che, come abbiamo più volte sottolineato in questo articolo, è invece uno psicotropo.

Per ricollegarci alla questione di alimenti e integratori alimentari, in Italia il CBD è classificato come ‘nuovo alimento’, il che significa che necessita di una speciale autorizzazione rilasciata dalla Commissione Europea.

In altre parole?

Nel nostro Paese, il cannabidiolo non può ancora essere utilizzato come gli altri integratori alimentari.

Per quanto concerne i prodotti cosmetici, invece, non esiste alcun divieto di impiego del CBD, purché siano conformi al regolamento (CE) n. 1223/2009.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo parlato sinteticamente dello status legale del CBD in Italia e, più in generale, in Europa.

Riassumendo, oggi è possibile acquistare prodotti a base di CBD presso i negozi fisici e online, com’è il caso dell’italianissimo Justbob, portale di riferimento del settore.

Per quanto riguarda gli alimenti, ad oggi il CBD necessita di una specifica autorizzazione rilasciata da parte della Commissione Europea; infine, per ciò che concerne i prodotti cosmetici, questo cannabinoide può essere impiegato nella produzione di prodotti di bellezza purché rispetti la normativa vigente.

 
Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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